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LA POLITICA COME SERVIZIO AL BENE COMUNE

autore: Michela Becci
data di pubblicazione: 05-12-2021

Per condividere e maturare pensieri tra persone che sentono la necessità di dialogare, confrontarsi su temi attuali per poi proporli ad un gruppo più ampio

Papa Francesco, nel discorso con i rappresentanti del V Convegno nazionale della Chiesa italiana a Firenze il 10 novembre 2015 affermava: “l’inclusione sociale dei poveri, che hanno un posto privilegiato nel popolo di Dio, e la capacità di incontro e di dialogo per favorire l’amicizia sociale nel vostro Paese, cercando il bene comune”.

Un’indicazione politica che, come già affermò il presidente dell’Azione Cattolica Italiana Matteo Truffelli, sta “sotto le parti”, ovvero offre riflessioni e strumenti per costruire un terreno comune a partire dal confrontarsi e non scontrarsi sul futuro del Paese.

Parte da questi pensieri e da tanti altri spunti la nascita di un gruppo socio-politico all’interno dell’azione cattolica diocesana, formato da adulti e giovani adulti dell’associazione e da simpatizzanti, per formarsi, approfondire e confrontarsi sui temi e le grandi sfide che la società di oggi ci chiama ad affrontare cercando di capire come un cattolico oggi si rapporta con la politica.
 
Il gruppo ha iniziato il suo percorso nei primi mesi dell’anno per poi ritrovarsi con più frequenza dopo l’estate e sta cercato di delineare un percorso che non sia di propaganda o di preparazione per come si suol dire “scendere in politica”, bensì per condividere e maturare pensieri tra persone che    sentono la necessità di dialogare, confrontarsi su  temi attuali per poi proporli ad un gruppo più ampio.

Nei mesi il gruppo è cresciuto, spinto anche dalla voglia di chi si è aggiunto di poter dare un contributo su diversi argomenti, e con l’ausilio anche della lettura di alcuni testi, articoli e libri improntati principalmente su quale ruolo hanno oggi i cattolici in politica, si  sta pensando di allargare il confronto proponendo alcuni interventi con le testimonianza di persone che quotidianamente si trovano a respirare la politica negli ambienti in cui hanno deciso di impegnarsi.
 
Non dimentichiamo che la Chiesa Italiana ha da poco iniziato il percorso sinodale, che va vissuto come un “cammino fianco a fianco”, che ci deve portare non a tante belle parole, ma ad azioni che permettano si l’ascolto e il dialogo, ma anche il respirare assieme uno spirito di corresponsabilità del cammino intrapreso, capire se effettivamente la politica ha ancora uno spazio per i cattolici e viceversa.
Uno dei testi di approfondimento è stato quello dello scrittore giornalista Fabio Pizzul “Perché la politica non ha più bisogno dei cattolici.” Ma è proprio cosi?

Continuare a pensare ad una politica di auto referenziaismo, individualismo e costruzione del consenso oppure fermarsi per un’analisi della situazione attuale e condividere il vivere assieme questo tempo potendo confrontare il proprio pensiero su diversi temi e perché no anche di tipo prettamente politico?

Giovanni Bianchi nel 2011 a sua volta affermava che “il problema non è quanto contano i cattolici in politica, ma quanto conta la politica per i cattolici”.
Questo e tanti altri sono gli interrogativi sui quali incardinare nel gruppo un percorso che possa affrontare temi e sfide importanti come lo sono il clima, i diritti civili e sui quali l’associazione ha la necessità di esprimere la propria posizione.
E’ un cammino in divenire quello del gruppo socio politico che si concretizzerà in alcune iniziative e proposte di confronto e riflessione partendo proprio dal “sotto le parti” e non dimenticando mai il bene comune.

Uomini e donne in cammino in un’epoca che continua a vivere la pandemia da covid 19 che non dà certezze, anzi le toglie, che mette tutti a dura prova, compresa la classe politica.
E quando la pandemia non permette proprio un confronto di relazione viene in aiuto la tecnologia che con video conferenze e la messa a disposizione sul sito diocesano dell’Azione Cattolica di un padlett dove scrivere i pensieri di confronto, permette che il viaggio continui.
 
Non sappiamo se troveremo le risposte alle nostre domande, di certo sappiamo che come cattolici siamo chiamati a testimoniare la nostra fede con le nostre opere nel quotidiano cercando di recuperare anche un po’ di credibilità che forse nel tempo è andata spegnendosi per essere credibili di fronte ai tanti giovani che ci chiedono risposte e che ci spronano a consegnargli un mondo migliore.
 
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