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L’azione cattolica è una “preziosa palestra di sinodalità”

data di pubblicazione: 10-09-2022

Le riflessioni della settimana suggerite per voi dal presidente diocesano Paolo Cappelli

Spiritualità, sinodalità, discernimento sulla realtà, progettualità, creatività saranno gli atteggiamenti che la nostra associazione sarà chiamata a coltivare nel nuovo anno associativo, ma in particolare saranno gli atteggiamenti che dovranno caratterizzare il nostro essere Azione cattolica.
La prima parte del  cammino sinodale che si è concluso ci ha offerto un metodo che dobbiamo fare nostro e che dovremo seguire nel futuro. Si tratta del metodo della sinodalità. Questa è l’impronta, il marchio, che vogliamo dare alla nostra Associazione diocesana. L’AC deve essere palestra di sinodalità, centro in cui si coltivano sane relazioni, trampolino di lancio di profeti per il nostro tempo.
  • UNITARIETA’. Dobbiamo riscoprire il valore dello “stare insieme” che è quello della Comunione. Il compito più grande che abbiamo è proprio quello di rieducarci al senso di appartenenza ad una Comunità. Il tempo che viviamo e che stanno vivendo le  nostre Comunità è caratterizzato da un individualismo profondo che sta lacerando il nostro tessuto sociale. Noi possiamo diventare segno di speranza. Lo diventeremo nella misura in cui sapremo riscoprire il valore della Comunione.
     
  • FORMAZIONE. Si tratta di un tema centrale. L’AC o è formazione o non è AC. Il nostro punto di riferimento rimane il Vangelo. A tutte le nostre attività e a tutte le nostre proposte dobbiamo dare il sapore del Vangelo. La nostra missione non può essere puramente ricreativa o di svago. Certo, il Signore ama la Gioia e la festa, ma queste devono essere innestate pur sempre in Lui. Tutto ciò che facciamo deve avere un preciso contenuto, che è quello del Vangelo. Dobbiamo proporre a tutti la buona novella. È questo che ci contraddistingue. La formazione, dunque, deve diventare il momento centrale ed imprescindibile di tutto il nostro percorso associativo, per non creare una scatola vuota e, quindi, inutile.
     
  • CULTURA e PARTECIPAZIONE. Il percorso del nostro centenario ci sta facendo riscoprire uomini donne, sacerdoti che sono stati capaci di vivere la propria esperienza di fede nella società, nel lavoro, nella politica. Questo percorso è una opportunità per riscoprire  il rapporto fede-cultura- non però riducendo il percorso ad un  autocelebrazione di un passato glorioso in cui società, politica, scuola, economia e famiglia erano imbevuti degli ideali cristiani, ma come una occasione di rilancio, partendo dalla nostra storia, rilanciando  la sfida per la nostra associazione  ad essere a servizio della Chiesa e del bene comune, pronti  ad ascoltare le domande di senso delle persone e aiutando a educare a una cultura di partecipazione responsabile fatta di solidarietà, dialogo, accoglienza.
Paolo Cappelli