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IL 25 APRILE È UNA FESTA DI LIBERTÀ: IL RUOLO DELL’ AZIONE CATTOLICA DI GORIZIA NELLA GUERRA DI LIBERAZIONE

La resistenza al confine orientale italiano fu drammatica e controversa.

Cristiani e amanti della libertà del nostro Paese. Con queste due parole potremmo definire tutti coloro che hanno speso il loro tempo, le loro forze e anche la loro vita durante il secondo conflitto mondiale, non dimenticando la loro fedeltà a Cristo. L’Azione Cattolica è stata una fucina di formazione religiosa e civile nello stesso tempo e dall’AC sia femminile che maschile sono uscite delle splendide figure luminose che hanno lasciato una traccia im portante nella vita sia cristiana che civile e sociale. Come in tutte le diocesi d’Italia, anche nella nostra abbiamo ritrovato alcune figure di soci dell’AC che da fedeli laici hanno vissuto, stando dentro la Chiesa, come protagonisti di un importante momento storico come quello della Resistenza. Sono stati fedeli laici, impegnati nel quotidiano, che con la loro testimonianza hanno segnato la vita e la storia del nostro territorio. Possiamo trovare le loro storie nella banca dati che si trova sul portale “Biografie Resistenti”, dell’ISACEM – Istituto per la Storia dell’Azione Cattolica e del movimento cattolico in Italia Paolo VI. Vite semplici, ma segnate da una fede profonda, personalità mature (anche se giovanissime) e formate, pronte anche a dare la vita come è successo ai due giovani ronchesi Leda Bevilacqua, deportata nel campo di sterminio prima ad Auschwitz e poi a Ravensbrück e Fiorenzo Trevisan morto tra i partigiani vicino a Nova Gorica. Non possiamo dimenticare personalità che, passate per il cammino della Resistenza, hanno poi segnato la vita socio-politica degli anni successivi. Michele Martina della Giac di S. Ignazio di Gorizia fece parte prima del CLN e poi si impegnò attivamente in politica tracciando le basi, in un tempo oscuro, di un dialogo che oggi che stiamo vivendo l’unione culturale di Gorizia e Nova Gorica quale capitale europea della cultura in occasione di Go2025, sembra semplice e quasi scontato. Dalla Giac di Ruda uscì Rolando Cian, impegnato come partigiano nella Brigata Osoppo, che da convinto sostenitore della dottrina sociale della Chiesa aspirava all’unico fine del bene comune. La sua formazione lo portò non solo ad un ruolo all’interno della Chiesa ma anche a responsabilità nella Democrazia Cristiana e nel sindacato della CISL pure a livello nazionale. La Giac di Gradisca è stata palestra di vita per Armando Marizza e Antonio Carletto che agirono nella Resistenza e che, nel Dopoguerra, furono protagonisti della vita sociale e civile, oltre che impegnati nel mondo della scuola. Dalle fila degli Uomini di Azione Cattolica viene invece l’avvocato goriziano Angelo Culot che svolse un ruolo importante nel CLN, mantenendo il collegamento tra il comitato goriziano e quello dell’Alta Italia di Milano, difese l’italianità di Gorizia opponendosi all’annessione di Gorizia alla Yugoslavia di Tito e essendo attivo an che nel consiglio di zona del governo militare alleato e che segnò la vita della città tanto da intitolargli la casa di riposo di Lucinico. Non possiamo dare per scontato che il momento che stiamo vivendo sia frutto del caso. Se lasciamo che tutto ci passi sopra la testa e se non teniamo conto delle nostre radici rischiamo di lasciarci tra volgere dagli eventi. Spetta a noi oggi trarre un insegnamento da queste persone che non si sono tirate indietro, che non hanno chiuso gli occhi davanti ai problemi. La loro formazione era solida per ché avevano fatto del messaggio cristiano il loro motivo di vita: ancorati alla roccia che è Cristo hanno saputo abbeverarsi alla fonte e spendersi senza paura. L’Azione Cattolica è stata lo strumento. Facciamo sì che lo possa essere anche per noi.  
data di pubblicazione: 25-04-2025
autore: Maria Serena Novelli | tema: CELEBRAZIONI
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