Lo scorso weekend si è svolto l’incontro regionale “Gioco di incastri”, promosso dal Settore Giovani dell’Azione Cattolica Nazionale. I Vicepresidenti Giovani, assieme a i membri di équipe e consiglieri del Triveneto si sono ritrovati ad Asiago per vivere insieme due giorni di dialogo e riflessione sul tema del gruppo e su come accompagnare il cammino di fede dei Giovani e Giovanissimi, valorizzando la bellezza delle relazioni e riscoprendo la pazienza e la costanza dell’incontro. Marta, una giovane di Cervignano, ha voluto raccontarci la sua esperienza che qui vi riportiamo. Domenica 18 maggio, ho partecipato per la prima volta a un incontro tra membri d’équipe e vicepresidenti del Settore Giovani del Triveneto – non sapevo bene cosa aspettarmi, ma ho accettato l’invito - . Durante la prima parte della giornata ci siamo confrontati su come viviamo la preghiera e, parlando anche con gli altri ragazzi e ragazze, è emerso quanto questo, a volte, possa risultare difficile o vissuto in modo superficiale, ma allo stesso tempo, questo momento credo sia fondamentale per permetterci di crescere e confrontarci con le persone che incontriamo durante il nostro cammino. Successivamente abbiamo letto alcune testimonianze di giovani che raccontavano il proprio vissuto all’interno dell’associazione. La lettera che ho letto parlava di una ragazza che ha vissuto un momento difficile nella sua vita a causa di un lutto e di come l’AC sia stata una vera e propria “compagna di vita”, un rifugio e una cura. Nella seconda parte della lettera ho letto le difficoltà ad incrociare la propria vita all’interno dell’associazione con chi non ne fa parte. In questa parte soprattutto mi ci sono rivista perché comprendo quanto sia difficile confrontarsi con le persone che ci circondano e che non fanno parte di questa realtà, - ci sentiamo proprio dei pesci fuor d’acqua - . Dopo queste letture abbiamo scritto su un cuore di legno una parola significativa delle lettere e poi abbiamo cercato di incastrare i cuori di ognuno di noi, - simbolo di come le storie di tutti, all’interno di questa grande famiglia si incrocino e si incastrino - . Silvia Orlandini (Consigliere nazionale Giovani) ci ha dato qualche stimolo e provocazione per cercare di riflettere sui problemi che inevitabilmente nascono nelle nostre realtà sia grandi che piccole e infine ci siamo confrontati tra diocesi proprio per capire da dove partire e in che direzione andare per cambiare e migliorare. Il pranzo è stato un momento molto bello, in cui ci siamo raccontati e scoperti, tra grandi risate e condivisione. È stato un tempo emozionante perché mi ha fatto riflettere su quanto bella sia questa famiglia, una famiglia in cui sono libera di dire ciò che penso e mi sento fortemente compresa. Da questa esperienza mi porto a casa la forza delle relazioni autentiche e il coraggio di mettersi in gioco. Credo sia importante avere accanto persone con cui condividere dubbi, fatiche e speranze senza paura di essere giudicati e con cui crescere. È stato un tempo prezioso donato e trascorso tra amici che condividono un cammino di fede e responsabilità. Una promessa portata avanti con fiducia in chi ci è accanto e fedeltà nella Parola.