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AZIONE CATTOLICA DI PIACENZA A GORIZIA: RILEGGERE LA STORIA PER ABBATTERE I MURI

Un gruppo con l’Azione Cattolica della Comunità pastorale 1 del Centro Città in gita pellegrinaggio a Trieste e Gorizia-Nova Gorica (Capitali della cultura europea 2025). Gemellaggio con l’Azione Cattolica di Gorizia.

Nei giorni scorsi si è concretizzata, per un gruppo di aderenti adulti dell’Azione Cattolica Diocesana, l’icona biblica del cammino associativo annuale “Prendi il largo” del Vangelo di Luca.
 
Per i partecipanti al viaggio, “il largo” si è avverato nei territori di confine tra l’Italia e la Slovenia. Questi sono luoghi simbolo delle tragedie di ieri e di oggi, dal dramma della seconda guerra mondiale ai migranti della rotta balcanica. Il percorso migratorio, tra i più pericolosi al mondo, caratterizzato da gelo, violenze, respingimenti e abusi, collega la Turchia all’Europa attraverso i Balcani.
 
Il cammino associativo, con l’obiettivo di rafforzare i legami tra le persone, di tessere relazioni di reciprocità, di porre la cura necessaria a vivere luoghi generativi di vita comunitaria, non poteva non “prendere il largo” ed andare al di là dei nostri gruppi, delle nostre comunità ecclesiali e dirigersi oltre i confini verso le frontiere.
 
Il tema oggi davanti agli occhi di tutti noi è quello dei “muri”. Papa Francesco più volte ci ha ricordato il bisogno di costruire ponti, difendere la vita e abbattere i muri, visibili e invisibili, che impediscono il dialogo sincero e la vera comunicazione tra le persone e le comunità. Gli ostacoli che spesso erigiamo sono difesa e paura verso l’altro, producendo atteggiamenti di intolleranza e razzismo.
 
 
Piazza del mondo
Il viaggio nel territorio meridionale del Friuli Venezia Giulia ha portato il gruppo a fare tappa a Trieste dove in Piazza della Libertà, di fronte alla Stazione ferroviaria, ribattezzata “Piazza del mondo”, è avvenuto un caloroso e commovente incontro multietnico con i migranti, provenienti dalla rotta balcanica che si ritrovano per ricevere conforto e aiuti, e i volontari dell’associazione “Linea d’ombra”.
 
 
Piazza della Transalpina
Con la Prima guerra mondiale Gorizia diventa italiana e perde improvvisamente quelle caratteristiche interetniche e interlinguistiche. Dopo il 1947 la Cortina di ferro (metafora che descriveva la linea di confine che separava l'Europa occidentale dalla parte orientale, influenzata dall'Unione Sovietica, dopo la Seconda Guerra Mondiale), taglia letteralmente a metà una parte della città che passa alla Jugoslavia ed una parte che rimane all’Italia.
 
Solo nel 2007, dopo sessant’anni, l’ingresso della Slovenia nell’area Schengen consente alla Piazza della Transalpina di ritornare ad essere simbolo del dialogo e del superamento di odio e di rancori.
 
Il gruppo di piacentini ha potuto usufruire della presenza dei responsabili dell’Azione Cattolica di Gorizia (Paolo Cappelli presidente diocesano, Claudia Valentini e Luca Tardivo, vicepresidenti adulti) e della testimonianza di alcune persone che hanno vissuto la separazione all’interno della città di Gorizia divenendo protagonisti di esperienze di riconciliazione e fratellanza.
 
Due giorni intensi e significativi: breve visita alla bella città di Grado, passeggiata con visita alla Cattedrale di San Giusto e ad alcune chiese nel centro di Trieste, cena e pernottamento all’Hotel Sabotin a Nova Gorica in Slovenia, messa nella festività dell’Ascensione nella Cattedrale di Gorizia, pranzo presso l’Azienda agricola Fiegl ad Oslavia con illustrazione del territorio a cura dell’Associazione Isonzo, visita al Battistero e alla Basilica romanica di Aquileia, cuore del cristianesimo nell’Europa dei primi secoli.
 
Nel viaggio di rientro ha risuonato nei partecipanti la frase del sociologo polacco Zygmund Baumann (1925-2017): “Le frontiere germogliano (consapevolmente o meno) i semi di forme future di umanità”.
 
data di pubblicazione: 16-06-2025
autore: AC Piacenza | tema: ADULTI

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