Formazione, responsabilità, ma anche condivisione e creatività: sono solo alcuni dei concetti-chiave che sono emersi durante la Due Giorni Diocesana di Azione Cattolica, che si è svolta nella Casa della Fraternità Sacerdotale di Gorizia il 13 e 14 settembre 2025.
I lavori si sono aperti con la
lectio divina, tenuta dall’
assistente diocesano, monsignor Michele Centomo, e incentrata sul testo della Trasfigurazione (Mt 17,1-9). Grazie a questo brano, è possibile comprendere in cosa consiste la vera gioia, ovvero farci abbracciare da Gesù, per camminare con Lui dentro la vita e la storia.
Dopodiché, è stato
il consigliere nazionale ACR Giuseppe Telesca a proporre una riflessione dal titolo
Le parole dell’AC – la formazione. Secondo Telesca, l’esperienza in una diocesi di confine come la nostra è paradigmatica dello stile dell’Azione Cattolica, caratterizzato dal continuo superamento delle frontiere, per «abitare il dialogo» con il mondo circostante e riprendere le redini della nostra cultura civica, grazie a un’approfondita formazione.
Sono seguiti i lavori di gruppo, in cui tutti i partecipanti, divisi per settori, hanno vissuto la «cultura dell’incontro», da sempre uno degli elementi qualificanti della Due Giorni Diocesana.
Domenica 14 sono intervenuti il
prof. Michele Cassese, già docente all’Università di Trieste e all’istituto “S. Bernardino” di Venezia, e Lucio Turra dell’Azione Cattolica di Vicenza.
Il primo ha proposto un
excursus storico dal titolo
La responsabilità dei laici nella chiesa e nel mondo; se nei primi secoli cristiani il clero e il laicato condividevano compiti e responsabilità, nel corso del tempo i fedeli sono stati considerati dei semplici “fruitori passivi” degli insegnamenti della gerarchia, che ne voleva fare una vera e propria «milizia cristiana». Questo paradigma è stato rivoluzionato dal Concilio Vaticano II, vedendo tutta la Chiesa come «popolo di Dio» (
Lumen Gentium, n. 31), in un’ottica di collaborazione e corresponsabilità, per coltivare una spiritualità laicale alla luce della Parola e ritrovare la gioia di fare comunità, tanto a livello ecclesiale quanto sociale.
Lucio Turra, invece, si è occupato del
DNA dell’Azione Cattolica: risorse spirituali di laici impegnati. All’interno del «cambiamento d’epoca» che stiamo vivendo, secondo Turra è importante ritrovare le radici della nostra associazione, ovvero la preghiera e la vita spirituale, che devono tradursi in un’azione al servizio dell’umano nella sua integralità con sacrificio, dedizione e fedeltà. Solo con una formazione approfondita, sarà possibile fare cultura in modo significativo, vivendo nel segno della sostenibilità tanto a livello ambientale quanto sociale.
Grazie alla ricchezza dei contributi di tutti i relatori, nel corso di questa Due Giorni sono stati forniti molteplici spunti per affrontare con slancio il nuovo anno associativo, sia a livello parrocchiale che diocesano.
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