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In memoria di don Renzo Boscarol

autore: AAVV
data di pubblicazione: 08-03-2021
Don Renzo, un sacerdote amico e un maestro di vita

Ricordo la figura di don Renzo, un amico sacerdote sempre pronto a consigliarti nelle scelte di vita e d’impegno ecclesiale e sociale, un insegnante, uno dei primi colleghi, un maestro di  vita.
Ho conosciuto don Renzo, in prima media quale insegnate di Religione alla “Favetti” di Gorizia, dove poi la vita ci ha fatto rincontrare come colleghi. Questo giovane prete di 28 anni mi ha incuriosito subito, attraverso la sua empatia e i suoi discorsi che miravano a far capire a noi ragazzini l’importanza di seguire con gli occhi, gli orecchi e la nostra attenzione la liturgia e  di non fermarci all’esteriorità di partecipare a un rito, ma quel gesto doveva diventare la cartina di tornasole della nostra vita. Questo deve essere l’atteggiamento del cristiano e lui l’ha testimoniato durante tutta la sua vita sacerdotale.
 
Mi è tornato a mente questo ricordo nel momento in cui ho appreso la notizia del suo ritorno al Padre.
 
Nella scuola non è stato solo per più di trent’anni l’insegnante di religione, ma ha ricoperto l’incarico di vicepreside e di valido collaboratore dei Presidi che si sono alternati.
 
E’ stato membro per tantissimi anni della Commissione per l’IRC , sempre attento alla qualità dell’insegnamento e agli insegnanti da inserire per competenza, ma anche per la loro umanità, caratterista a suo dire fondamentale per un insegnate di religione, che deve essere sempre, a scuola e fuori, un uomo di Chiesa e del dialogo con tutti.
 
E’ stato un sacerdote sempre fedele al suo “sì” pronunciato nella Basilica di Aquileia  cinquantadue  anni fa, fino all’ultimo: faceva parte sicuramente di quella generazione di sacerdoti che non vanno mai in pensione. Durante il suo ministero non ha mai avuto paura di esporsi, anche andando controcorrente, assumendosi le responsabilità che ne derivavano. Ha aiutato tantissime persone, che hanno avuto l’opportunità di incontrarlo e conoscerlo, a maturare le proprie scelte di vita.
 
Entrando al Centro diocesano dell’Azione Cattolica, nel lontano 1982, ho ritrovato don Renzo, assistente uscente dei giovani, come maestro, assieme a Lidia Beltram, Arnolfo De Vittor, don Ennio Tuni e Nino Fragiacomo, dei meccanismi dell’AC e della scelta associativa come scelta di vita e di servizio alla Chiesa nella Diocesi e nella parrocchia.
 
Mi ha insegnato a stilare comunicati stampa e articoli, cercando di farmi capire che chi scrive deve essere sempre obiettivo, talvolta critico, ma mai polemico.
 
Durante i tanti anni passati insieme in AC, divenuto nel frattempo Assistete unitario e poi per alcuni mandati Assistete Regionale, mi ha aiutato ad amare sempre di più l’Associazione, e anche grazie a lui ho assunto i vari impegni di responsabilità fino a diventare Presidente Diocesano.
Quante riunioni fatte insieme, quante “Tre Giorni”, quanti contatti con i relatori e documenti stesi fino a tarda ora, per tanti anni con la sua “Lettera 32”, prima dell’avvento dei computer. Abbiamo partecipato a tante Assemblee nazionali e Convegni, mi ha fatto conoscere tantissime persone di AC grazie ai suoi contatti. In questi giorni ho ricevuto tante telefonate di responsabili ed ex diocesani, regionali e nazionali con i quali ho condiviso tanti ricordi, ma in particolare il suo impegno, la sua dedizione e il suo amore per quest’associazione ecclesiale.
Negli ultimi due anni collaborava attivamente con il Comitato per i 100 di AC in diocesi, che festeggeremo tra un anno, naturalmente scrivendo, sia suggerendo le figure anziane che hanno “fatto” la storia dell’AC goriziana, da intervistare per far emergere come l’AC vive nella quotidianità, talvolta silenziosa, il suo servizio alla Chiesa.
 
La vita ci ha fatto lavorare insieme a lungo anche nel “Centro Studi Rizzatti”, dove lui ha assunto la responsabilità del periodico “Iniziativa Isontina” raccogliendo il testimone da Celso Macor, storico direttore responsabile. Un impegno che l’ha visto sempre attento alle problematiche sociali, economiche e politiche dei nostri territori.
 
A livello personale, era uno di casa, ha partecipato alle mie principali scelte di vita, anche a quelle riguardanti il mio impegno politico con l’incarico di consigliere comunale: riguardo ai miei dubbi in merito, lui mi ha aiutato a discernere che, in quel momento, mi era richiesto quell’impegno. Durante il mio mandato è sempre stato disponibile a un confronto e a un consiglio, anche se ripeteva spesso che ogni persona deve fare le proprie scelte in autonomia. Mi ha sempre ricordato di essere me stesso e di non aver paura a fare scelte anche controcorrente per non venir meno ai miei ideali e principi.
 
Il suo ricordo resti in benedizione.
 
Michele Bressan Presidente Diocesano dal 2002 al 2008
 

Abbiamo visto don Renzo per l’ultima volta l’11 gennaio in occasione di un incontro online nel quale assieme ad un gruppo di lavoro avevamo concordato alcuni particolari relativi ad un progetto che ci vedrà nel 2022 ricordare i 100 anni di presenza della Azione cattolica nella Diocesi di Gorizia. Un progetto al quale don Renzo si era appassionato, tanto è stato un appassionato Assistente della nostra associazione. Per anni don Renzo si è speso dentro e fuori l’associazione, e molti di noi “diversamente giovani” devono molto molto a questo uomo e a questo Sacerdote. Nonostante da alcuni anni don Renzo non avesse piu’un ruolo attivo in associazione, don Renzo discretamente ci ha continuato a seguire e a spronare a suo modo spesso “rudivo” ma in cui si intravvedeva l’amore e l’attenzione che questo sacerdote aveva per l’Azione cattolica e per la Chiesa. Io ho conosciuto don Renzo a metà degli anni 80 quando giovane di AC impegnato in associazione partecipavo allora alle tre giorni associative che veniva organizzate a settembre e ricordo con grande piacere le discussioni e le riflessioni sull’impegno sociale e politico e sulle tante cose da fare per rendere la Chiesa piu’ aderente al progetto del Concilio vaticano secondo, attraverso don Renzo ho potuto avvicinarmi ad alcune figure di grandi laici di AC, come Lazzati e Dossetti che poi mi hanno portata per piu’ di venti anni a vivere una esperienza politica. Ho avuto poi modo di reincontrare don Renzo un’ anno fa, qualche mese prima del inizio di questa pandemia quando sono stato nominato Presidente di AC, qualche anno in piu’, qualche capello bianco in piu’, ma la passione sempre la stessa. Se devo oggi riassumere don Renzo in una parola, lo riassumerei con la parola passione. Passione per per l’uomo ed i suoi problemi, passione per la Chiesa. Mi permetto di dire che don Renzo è stato ed ha rappresentato il Sacerdote interprete  fedele del pensiero del Concilio vaticano secondo, attento e rispettoso dei laici, in associazione sempre attento ad interpretare il suo ruolo, mai andando oltre. Nonostante i molteplici interessi che don Renzo ha coltivato, la cultura, la politica, il giornalismo don Renzo non si è mai dimenticato di quello che era, un sacerdote, un prete capace di entrare in sintonia con le persone che gli si avvicinavano, capace di cogliere i problemi e le difficoltà e se era necessario anche di condividerle fino in fondo. Rispettoso dei ruoli e dei compiti ha sempre rigettato l’idea di una Chiesa clericale riconoscendo e valorizzando il ruolo dei laici non in un ottica di subordinazione, ma in una dimensione sinodale.  Molto attenta era la sua capacità di lettura dei problemi e dei particolari che andava oltre la dimensione della Parrocchia ed investiva una sfera diocesana. Perfettamente consapevole del suo ruolo, in una Chiesa di comunione, è stato capace di riconoscere la dignità dei laici, ed in tal senso l’Azione cattolica è stata per don Renzo una famiglia e lui per noi un fratello maggiore. A nome della Associazione che oggi sono chiamato a rappresentare mi sento in questo momento di voler ringraziare il Signore per il grande dono che a tutti noi è stato fatto di averlo conosciuto ed incontrato, ma penso di non sbagliare dicendo che tutti abbiamo anche il compito e la responsabilità di ricordarlo come un uomo ed un prete che non si è risparmiato fino alla fine, che ha vissuto con grande passione la sua vocazione testimoniando una Chiesa in uscita capace di creare relazioni e di essere attenta e misericordiosa nei riguardi di tutti.

Paolo Cappelli – Presidente diocesano AC
 

Il ricordo di un amico che mi ha accompagnato negli anni del mio impegno associativo diocesano, un consigliere attento e un vero giornalista. Un uomo che ha espresso con orgoglio le sue passioni anteponendo sempre la sua vocazione. E’stata la parola di Dio ad orientare la sua vita, l’umiltà la sua scelta. Grazie Renzo

Luisa Giusti – già Presidente diocesana AC
 

Ho condiviso con lui un periodo molto intenso dagli anni 90 (secolo scorso) fino ai primi anni del 2000.Don Renzo era direttore di Voce Isontina, Assistente diocesano dell’ AC e si impegnava in molti  campi, tra cui la riconciliazione dopo la seconda guerra mondiale e il dialogo politico, senza mai mettere in secondo piano l’annuncio del Vangelo e riuscendo anche a proporre una miriade di iniziative culturali e religiose. E’ stato maestro, amico, confidente e, soprattutto, sacerdote. Ha saputo arricchire il mio bagaglio umano, professionale, cristiano… senza fare l’insegnante, ma mostrandomi con il suo esempio come si può vivere dedicandosi anche agli altri. Quando osservavo che c’erano persone poco adeguate all’impegno assunto, mi spiegava che non serve a nulla lamentarsi degli altri, bisogna invece moltiplicare il proprio impegno. E, per chiarire dove trovare la forza per farlo, mi richiamava alla mente la domanda di Gesù a Pietro: “Mi ami, tu, più di costoro?”.
 
Graziano Pecol – già Presidente diocesano AC
 

Cinque righe

“Bisogna sapere come stanno le cose prima di parlare". Per  don Renzo era chiara la necessità della preparazione personale soprattutto da parte di chi ricopre particolari incarichi, di chi deve sostenere una discussione o un incontro pubblico.

Leggere, studiare, informarsi assieme ad un aggiornamento continuo; don Renzo trovava tutte queste operazioni fondamentali, per fare bene in qualsiasi ambito nel quale si è impegnati, per non ritrovarsi ad avere una visione parziale di fatti o argomenti. Non si fa del bene né a se stessi né alla comunità quando si pensa di essere arrivati o di sapere già tutto.  Questo uno dei tanti insegnamenti di don Renzo, offerti senza pretese ma solo col desiderio di condividere parte della tanta esperienza personale raccolta negli anni.

Alberto Mario Landri - già presidente diocesano Ac



 
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