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Gorizia festeggia i suoi patroni, Ilario e Taziano

data di pubblicazione: 16-03-2021
FOTO TRATTA DA WIKIPEDIA (*)
FOTO TRATTA DA WIKIPEDIA (*)
La città di Gorizia oggi celebra e ricorda i martiri Ilario e Taziano, a cui abbiamo dedicato i Vespri d’arte di mercoledì 10 marzo scorso.

Il loro martirio è avvenuto nel 284, ad Aquileia: Ilario era stato scelto dalla comunità come secondo vescovo dopo Ermacora e lui, come diacono, aveva scelto il giovane Taziano. I due vengono catturati dal preside Beronio, torturati, nel tentativo di convertirli al paganesimo: una tortura feroce, realizzata con uncini e bastoni. Ma i due non cedono e, dopo un terremoto, di cui vengono ritenuti responsabili, vengono impiccati.
Ma come è stato portato a Gorizia il culto di questi due martiri?

Nel IV secolo ad Aquileia viene edificato un Martityum, un  edificio ottagonale, a loro dedicato; purtroppo, venne demolito, nel 1799.
Nel 568 le reliquie dei santi vennero portate a Grado e il la data del martirio venne fissata al 16 marzo.

Anche a Gorizia dal 1314 venne edificata una chiesetta a loro dedicata, collocata dove ora sorge la Cattedrale; questa chiesa nel 1455 divenne la prima chiesa parrocchiale.
Nel 1751 Gorizia divenne sede arcivescovile e, in questa occasione, la parrocchia dei santi Ilario e Taziano fu elevata a cattedrale metropolitana e, in questa occasione l’imperatrice Maria Teresa donò il suo tesoro, che venne diviso tra Udine e Gorizia.

Il Duomo di Gorizia contiene la Pala d’altare dedicata ai Santi e dipinta da Giuseppe Tominz tra il 1823 ed il 1825. Soltanto cento anni dopo, nel 1924, la Pala venne collocata definitivamente nell’abside della cattedrale.
Nella parte alta della Pala vediamo la Vergine Maria, circondata da angeli; Maria guarda in basso verso l’arcangelo Michele, che porge la palma del martirio al giovane Taziano: il giovane indossa degli abiti sontuosi e guarda l’angelo quasi incredulo. In primo piano, rappresentato vestito con un sontuoso piviale, vediamo il vescovo Taziano: i due indossano abiti liturgici azzurri, colore che caratterizzava la città di Gorizia durante l’impero asburgico.
Tra i due possiamo vedere il cardinale Carlo Borromeo, simbolo della dottrina post tridentina e della nascente chiesa goriziana.
Ai loro piedi si intravedono una mitria ed un pastorale, che simboleggia la guida della città, da parte del primo arcivescovo.
In sintesi possiamo dire che la pala simboleggia la Chiesa delle Origini, che protegge la città di Gorizia, che si intravede in un angolo della pala.

Con la collaborazione dell’Ufficio Scuola dell’Arcidiocesi.

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(*) - l’altare del Duomo di Giovanni Pacassi (1705-7), la Pala d’altare di Giuseppe Tominz (1823-25), gli stalli per i canonici di Giovanni Bernardis (1834-36).
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