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Il 25 aprile è giorno in cui fare memoria, è una data che segna una tappa importante nella storia dell’Italia

data di pubblicazione: 22-04-2023

Il contributo della nostra Associazione diocesana alla liberazione dell’Italia dal nazifascismo. I testimoni

In un tempo difficile come quello della seconda guerra mondiale, l’Azione Cattolica non si è tirata indietro e molti soci si sono impegnati in prima persona per preparare tempi nuovi.
 
La nostra AC ha visto alcune figure che spiccano nello scenario associativo della nostra diocesi per la partecipazione nella lotta di liberazione.
 
Possiamo parlare del rudese Rolando Cian che fu impegnato nell’attività clandestina, come partigiano della brigata “Osoppo” e nel secondo dopoguerra fu tra i fondatori della DC goriziana e operò attivamente nel sindacato della Cisl anche a livello nazionale.
 
Importanti furono anche i goriziani Angelo Culot e Michele Martina. Il primo già nel 1943 venne designato quale membro del Comitato di Liberazione Nazionale, e fece in modo che il comitato goriziano fosse in collegamento con quello dell’Alta Italia (che aveva sede a Milano), anche grazie ai rapporti personali che aveva con il prof. Giuseppe Bettiol (originario della diocesi di Gorizia), docente all’Università di Padova. Nel 1946 fu invitato alla Conferenza di Pace a Parigi quale esperto dei problemi del goriziano.
 
Anche Michele Martina collaborò con il CLN e con la “Osoppo”. L’esperienza vissuta nel contesto drammatico del periodo della resistenza e l’incontro con persone ed ideali che concretamente l’avevano aperto al mondo nuovo che nasceva dalle ceneri del passato, furono le basi della sua adesione alla Democrazia Cristiana di cui fu un importante esponente.
 
Non possiamo dimenticare il gradiscano Armando Marizza che, fedele ai suoi ideali e con uno stile di vita improntato sulla pulizia interiore che lo segnò tutta la vita, come partigiano venne anche arrestato e subì la detenzione tra Gorizia, Palmanova e Gradisca.
 
Gradiscano d’adozione era invece Antonio Carletto che, come l’amico Armando Marizza era cresciuto nella Giac “San Marco” di Gradisca. Entrato nella brigata “Isonzo” della divisione “Garibaldi-Natisone” venne designato come “commissario politico” e poi prese parte al Comitato di Liberazione Nazionale locale. Al termine del conflitto partecipò alle attività del CLN e poi assieme a Rolando Cian organizzò a Gradisca le ACLI ed il sindacato libero.
 
L’Azione Cattolica diocesana vide anche i due fulgidi esempi di Fiorenzo Trevisan e Leda Bevilacqua usciti dalla Giac e dalla Gioventù Femminile di Ronchi dei Legionari, che diedero la loro vita morendo il primo nelle brigate partigiane a Vittuglie (vicino a Nova Gorica) e la seconda nel campo di Ravensbrűk in Germania (dopo esser passata nel campo di Auschwitz). Entrambi, pur nella giovane età, seppero dire il loro “Fiat” nell’accettare la volontà di Dio. Leda Bevilacqua in una lettera lasciò scritto parole di completo abbandono alla divina disposizione di Dio e di perdono verso chi le aveva fatto del male.
 
L’Azione Cattolica è stata per tutti loro scuola di formazione e di crescita integrale della persona e questa formazione ricevuta in AC fu uno sprone a mettersi in gioco nel momento della difficoltà sociale e politica dell’Italia.
 
Gli anni sono passati, sicuramente la situazione attuale è diversa, pur nella complessità dei tanti problemi e nella confusione delle idee, ma queste figure devono esserci d’esempio perché con l’aiuto di Dio anche noi oggi dobbiamo diventare protagonisti della vita sociale e politica del nostro Paese.
 
Maria Serena Novelli