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3ª Domenica di Quaresima

data di pubblicazione: 20-03-2022

Il commento di don Michele Centomo

Lc 13,1-9
Es 3,1-8a.13-15
1Cor 10,1-6.10-12

“… Padre santo e misericordioso […]
infrangi la durezza della mente e del cuore …”
 (Orazione Colletta C)

Velata, quasi non detta, la pagina del Vangelo si  apre con una minaccia, un po' di stampo mafioso che gli abitanti della Giudea fanno a Gesù. Infatti, non gli dicono chiaramente: "guarda che ti facciamo fare una brutta fine", ma gli raccontano dei fatti avvenuti in quei giorni che avevano fatto molto scalpore. Se a quel tempo ci fossero stati i giornali, questa sarebbe stata una notizia da prima pagina. I Giudei vogliono fargli  capire che non è gradito. E non solo perché è Galileo, ma per il suo messaggio.

Il popolo, pur vedendo e ascoltando quello che Gesù fa e dice, non cambia. Egli mostra, con la sua vita, il volto di Dio che è misericordia. Un volto bello, gioioso, il volto di un Dio che sa perdonare! Un Dio papà. Il popolo è sì affascinato da questo messaggio, ma non riesce a decidersi davvero per Gesù e continua a credere e a vivere come sempre.

Gesù dice: voi, se guardate il cielo, sapete riconoscere dalle nuvole se domani ci sarà il sole o la pioggia. E allora, come mai dai segni che vedete attraverso la mia vita, le mie parole, attraverso il mio stare con voi, non sapete riconoscere i segni della presenza di Dio in mezzo a voi? È un chiaro invito a scegliere di camminare sulla strada che è Gesù.

Il messaggio di Gesù è impegnativo, ti mette davanti alle tue responsabilità, mentre quello del mondo ti fa avere tutto e subito, in modo effimero, appariscente. Il teologo protestante Bonhoeffer diceva: “Il contrario della fede non è l’incredulità, ma l’idolatria”. L’idolatria è adorare molti dei e questa porta all’autolatria cioè “all’amore di sé spinto fino al disprezzo di Dio” (S. Agostino). Molti dei nostri comportamenti ci portano a morire dentro, ad allontanarci sempre di più dal nostro cuore e da noi stessi. Il fatto è che non ce ne accorgiamo.
Convertirsi vuol dire aprire gli occhi, smettere di dormire, accorgersi, farsi aiutare, riconoscere, rendersi conto, vedere ciò che dobbiamo vedere anche se all'inizio può essere difficile. Ma se vediamo, se riconosciamo, riusciamo a troncare certe spirali che ci portano a morire dentro e fuori.

Se tu rifiuti certe proposte della vita, verrà un momento in cui sarai così vuoto, così distaccato da te, così morto nell'anima, così incapace di guardarti dentro, che sarà troppo tardi. Non è un giudizio o una condanna di Gesù, è solamente una conseguenza delle nostre scelte: troppo tardi.
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