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Ronchi dona l'auto di don Renzo ai poveri in Togo, diventerà un taxi solidale

data di pubblicazione: 28-06-2021

La vettura aiuterà i bisognosi nella capitale Lomé. In sua memoria, un fondo da destinare ai ragazzi in Burkina Faso

Immagine tratta dal sito https://www.ilgoriziano.it
Immagine tratta dal sito https://www.ilgoriziano.it
Lo ha trasportato per anni nella sua instancabile attività al servizio degli ultimi. Ora, la Fiat Idea di don Renzo Boscarol diventerà un taxi solidale per le strade di Lomé, in Togo. La consegna è avvenuta questa mattina fuori dalla chiesa di San Lorenzo a Ronchi dei Legionari, casa del parroco venuto a mancare a marzo, a seguito delle complicazioni di salute legate al Covid-19. Un lutto che ha colpito non solo la comunità locale ma tutti coloro che hanno conosciuto il sacerdote e giornalista, dedito alla carità e al vangelo come sottolineato da don Paolo Zuttion durante l’omelia, in ricordo proprio del collega e amico.
 
“Questo è un dono in continuità con la sua vita - ha sottolineato l’amministratore parrocchiale -, di lui si è scritto molto e spero si continui a farlo. Come scrive San Paolo, la carità è la via più alta e don Renzo ce l’ha insegnata. Qualcuno diceva che la sua era esagerata, ma ciò è solo un titolo di merito. Sapeva che non c’è dono più grande, insieme alla ricerca della giustizia e della libertà, per costruire un mondo nuovo e più giusto”. Ha quindi ricordato il suo inossidabile supporto agli ultimi, dando una mano quotidianamente alla mensa dei poveri di Monfalcone o delegando qualcuno al suo posto, quando non poteva esserci personalmente.
 
Grazie ad amici e associazioni del territorio, il suo insegnamento camminerà ancora a lungo e arriverà fino in Africa. Tutto è nato dall’esigenza di un veicolo da parte del fratello di Rigoberto K. Dogbe, originario proprio del Togo e impegnato in una cooperativa sociale, che oggi ha ricevuto le chiavi dalle mani della sorella del parroco, Gabriella Boscarol, e da Gabriele, piccolo amico don Renzo Renzo. Ora questa sarà portata a Udine e preparata per il trasferimento nel Paese africano dentro un container, per poi essere utilizzata nella capitale. A rendere possibile l’idea sono stati coloro che hanno voluto bene per una vita intera al sacerdote, supportando le spese necessarie per questo gesto.

Il ricordo del don non finirà qui, però: ci sarà anche il sostegno al progetto Jobel, che vede coinvolto anche il Cvcs di Gorizia e destinato a sviluppare un centro di aiuto per orfani e disabili in Burkina Faso. In questo caso e in accordo con la Caritas, chiunque potrà fare la propria donazione, versando al conto corrente aperto per l’occasione: basterà inviare un bonico all’iban IT23M0862212401004000060012 della Cassa rurale del Friuli Venezia Giulia, specificando nome e cognome del donatore, indirizzo e inserire “donazione Jobel - don Renzo” nella causale. Nel frattempo, molti conservano ancora vivido il suo sorriso nei ricordi, come testimoniato dai tanti che hanno preso la parola.

“Durante il suo ministero - ha ricordato Michele Bressan, presidente del Centro studi Rizzati - non ha mai avuto paura di esporsi, anche andando controcorrente e assumendosi le responsabilità che ne derivavano. Un impegno che l’ha visto sempre attento alle problematiche sociali”. Il vicepresidente di Icm, Nico Fornasir, ne ha sottolineato poi lo spirito: “Don Renzo ha fatto tutto questo con una motivazione di fondo, per una sintesi feconda tra cultura e politica, appellandosi anzitutto a quanti si dicono cattolici. Per il principio solenne affermato che la politica è il più esigente servizio di carità cristiana, se sostenuta da una cultura incentrata sulla persona umana”.

Ferruccio Tassin (Istituto sociale storia religiosa) ha poi evidenziato la grande attenzione del sacerdote verso le quattro lingue di questo territorio di frontiera. “È stato prima di tutto un bislacco - ha evidenziato Franco Miniussi, presidente della locale Acli -, siamo stati insieme chierichetti a Vermegliano negli anni Cinquanta. Non possiamo dimenticare l’amore per la sua terra e comunità, oltre che per la memoria come rispetto per gli uomini”. A tirare le fila, insieme a Salvatore Ferrara, è stata la presidente dell’Ucsi Fvg, Luisa Pozzar, che ha ricordato la passione di don Renzo verso il mondo dell’informazione e per le buone notizie.