La liturgia di oggi ci porta ad essere invitati a questa festa di nozze. E sicuramente non possiamo fare a meno di andarci perché è un’esperienza coinvolgente…
Ma alle volte l’esperienza che facciamo quando andiamo all’ Eucarestia è di noia, e soprattutto non è più tanto coinvolgente. Si è sempre più pochi.
Ecco oggi il profeta Isaia ci mette proprio in questa condizione d’animo; cioè quando si è nella grande prova e difficoltà, non si può pensare di far festa. Infatti chiede di avere uno sguardo verso il futuro in cui ogni limite umano sarà superato e vinto. E tutti i credenti, quindi anche noi, siamo chiamati a tener viva la speranza e la fiducia in Dio.
Ma anche la parabola è molto realistica. Gesù comprende che vi è il rifiuto degli invitati a partecipare: nella storia e nell’animo di ciascuno, tanti possono essere i motivi che spingono a un simile rifiuto. Ma questo rifiuto diventa occasione per allargare l’invito a tutti, senza distinzioni, anche a chi non sarebbe ragionevole invitare.
Tutto ciò dice anche a noi l’importanza di accogliere l’invito del Signore a lasciarci rinnovare da lui, a non porre ostacoli o resistenze alla sua azione salvifica, facendo sì che la sua chiamata sia accolta e ad essa corrisponda la nostra scelta di seguirlo.
Perché l’Eucarestia domenicale è sempre occasione per accogliere concretamente l’invito del Signore. Perché la bontà di Dio non discrimina nessuno.