Dopo un Estate “tempo eccezionale”, segnata da diverse esperienze estive Acr e Giovani oltre che da una intensa ed entusiasmante quattro giorni delle Presidenze diocesane a Castel Gandolfo, ecco nuovamente arrivato il momento dell’anno nel quale ci ritroviamo come associazione, per rinnovare il nostro “si”.
Un anno, questo, particolare, perché l’ultimo del triennio (diventato quadriennio) associativo, segnato profondamente nella sua prima parte dalla pandemia, che ci accompagnerà a quell’importante passaggio democratico che ci vedrà rinnovare nei prossimi mesi i Consigli e le Presidenze parrocchiali, diocesane e nazionali.
Il tema dell’anno associativo, che incominciamo ad affrontare tutti assieme sabato 2 settembre a Capriva è “Chi ha toccato le mie vesti”( Mc 5, 30), un brano che ci presenta due protagonisti molto diversi tra di loro: il capo della sinagoga ed una donna che allora era totalmente esclusa anche dalla vita religiosa. Un brano che ci provoca e che ci chiama ad andare, intraprendendo nuovi percorsi, liberandoci da preconcetti schemi e pregiudizi. Per farlo però ci vuole coraggio e fiducia: coraggio per muoversi verso qualcosa che non si conosce e fiducia di raggiungere la meta. Un richiamo forte quindi ad una “responsabilità personale”, che precede la corresponsabilità che chiama in causa ciascuno, nella propria unicità e irripetibilità, nella propria soggettività individuale.
Quello del Signore è un mandato non delegabile e non sostituibile che interpella la nostra libertà personale, per quanto assuma, per noi di Ac, le caratteristiche di una “responsabilità comunitaria” strettamente collegata però con quella personale. In questo senso, ricordare perché e per chi siamo stati chiamati equivale a riscoprire e coltivare la consapevolezza della nostra piena e completa responsabilità in primo luogo attraverso un serio e costante impegno di
Formazione. Una formazione a tutto tondo, perché la formazione ci aiuta a prendere coscienza sempre più profondamente della nostra vocazione propria e peculiare di laici, laici cristiani, laici di Azione Cattolica, pienamente e appassionatamente immersi nel mondo.
Un secondo aspetto che ci caratterizza come AC è la
missione, sia a livello personale che associativo, la missione della quale il Signore ci indica nuovamente l’orizzonte. “L’invito rivolto da Gesù ai discepoli di ieri continua a riecheggiare nella Chiesa di oggi: avere il coraggio di allargare gli orizzonti e di percorrere ogni angolo del nostro paese per raccontare una speranza nuova”.
Terzo aspetto dell’nostro essere AC è la
vita associativa intesa come “luogo di maturazione umana e cristiana delle persone – ci indicano gli orientamenti triennali nazionali - sia attraverso la cura delle relazioni, sia attraverso le relazioni di “cura”, promuovendo una corresponsabilità diffusa e inclusiva sia alla cittadinanza, quanto alla piena partecipazione alla vita ecclesiale”.
Paolo Cappelli