L’atto formale di adesione all’Azione Cattolica, è il tesseramento, quando cioè di solito ciascun aderente è chiamato a celebrare la propria scelta. Ma cosa significa veramente?
E’ un sì che si dice insieme perché aderire all’AC significa scegliere di vivere da laici, insieme, la propria chiamata alla santità, partecipando attivamente alla vita dell’associazione come piena esperienza di Chiesa. La dimensione associativa, grazie anche alla proposta del gruppo, aiuta a maturare la propria vocazione ad annunciare il Vangelo dove si vive ogni giorno.
Ha allora ancora un senso oggi aderire all’AC. Penso proprio di sì! E questo assume una maggiore importanza proprio alla luce di una Chiesa che oggi fa Sinodo. Far parte dell’AC significa infatti essere co-protagonisti, aiutati da un’associazione che agisce in una dinamica comunitaria come un volano, che restituisce energia e slancio nei tempi morti della stanchezza e dello smarrimento. Al di fuori di quello che è una esperienza associativa come quella di AC, spesso nella esperienza di Chiesa, prevale la logica del mordi e fuggi, ovvero la grande tentazione di vivere il battesimo abbandonandosi poi alle intermittenze ed alla spontaneità.
A volte può capitare in Parrocchia, di vivere con grande slancio ed entusiasmo alcuni periodi sulla scia di leadership o di “simpatici” o “interessanti” presenti all’interno della comunità (sacerdoti, animatori, religiose, ecc…). Purtroppo sappiamo, e la nostra storia personale e comunitaria c’è lo racconta, che tutto cambia i cicli finiscono e che questa non è la maniera di fondare la nostra scelta cristiana e missionaria all’interno della Parrocchia.
E’ proprio allora la Parrocchia l’ambito privilegiato dall’AC per spendersi nel servizio pastorale e missionario. Aderire all’Azione Cattolica è: voce del verbo “essere cristiani”. Insieme. Da laici, nel servizio appassionato e corresponsabile alla missione evangelizzatrice di tutta la Chiesa. Sono le persone a comporre l’Associazione: questo significa che in primo luogo ciò che conta sono il cuore, la disponibilità e la creatività delle persone, disposte a giocarsi nella novità di un cammino di santità e di impegno missionario. Ai nostri Parroci quindi il forte invito a vedere l’AC come una bellissima opportunità di crescita personale e di confronto.
Questo credo sia il motivo da ricercare per aderire consapevolmente all’AC. E questa situazione è data quando l’esperienza di vita associativa proposta è bella, possibile e attenta alla persona, coltivando un rapporto di forti relazioni che interpelli, coinvolga, renda protagonisti. In questo contesto, allora, si tratta, non semplicemente, per quanto importante di fare una tessera, ma di aderire ad un percorso formativo, a una proposta di fede, a un modo di stare nella Chiesa e nel mondo.
L’adesione allora è un’appartenenza, come ci ricorda lo Statuto (art. 15). Vale la pena, allora, innanzitutto formarci e formare all’adesione come discernimento e scelta, come proposta spirituale, come esperienza formativa in sé, perché ci educa ad una fedeltà, ad un servizio, ad una libertà, ad un contributo personale concreto, ad una corresponsabilità, a un progetto a lungo termine e condiviso con altre persone che come noi perseguono il bene della Chiesa e del nostro Paese.