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Gradisca d’Isonzo: Festa della Pace

data di pubblicazione: 03-02-2023

Quale il costo della Pace

di Salvatore Ferrara

In questi tempi, parlare di pace ci mette tremendamente in crisi. L'attualità della Giornata della Memoria, per esempio - a Gorizia è stata festeggiata in due momenti divisi! - ci ha dimostrato perfettamente che ci si scontra e ci si divide ancora sulla storia. Andando sullo scenario internazionale attuale, mentre il presidente russo Putin continua ad accusare di neonazismo l'omologo ucraino Zelensky, i governi europei e di oltreoceano sono chiamati ancora una volta a sostenere il paese attaccato con un nuovo invio d'armi. La Festa diocesana della Pace, tenutasi quest'anno a Gradisca d'Isonzo, ha avuto il pregio di proporre un momento di riflessione e analisi rivolto agli adulti dell' Azione Cattolica. 

Questa edizione della Festa, "Allenati alla Pace", ha coinvolto quindi i più grandi nella conferenza intitolata "Il costo della Pace". L'incontro ha avuto luogo al polo culturale comunale di Casa Maccari. Il presidente diocesano di Ac Paolo Cappelli ha tenuto il saluto introduttivo e ha ricordato l'impegno dei due vicepresidenti degli adulti dell'associazione, Claudia Valentini e Luca Tardivo. Per l'amministrazione comunale, erano presenti il sindaco Linda Tomasinsig e l'assessore alle pari opportunità Francesca Colombi. Il relatore de "Il costo della Pace" è stato il gesuita Padre Luciano Larivera, direttore del Centro Culturale Veritas di Trieste. Il punto di partenza proposto da chi vi scrive in veste di conduttore dei lavori, è stato il messaggio del Santo Padre Francesco pronunciato in occasione della 56esima Giornata Mondiale della Pace del 1°gennaio 2023. 
 
I presenti sono stati invitati a riflettere su cosa e si è potuto imparare da una pandemia e da una nuova guerra che ha colpito il cuore dell'Europa. Cogliendo l'invito provocatorio contenuto nel titolo del convegno, gli adulti hanno ragionato su quello che è anche il "costo della democrazia" e su come tracciare nuovi sentieri di pace. A noi interessa, sta a cuore tutto questo? Padre Larivera ha cercato di spiegarlo tramite l'analisi di un'immagine: "La parabola dei ciechi" di Pieter Brugel Il Vecchio, una tela del 1568 custodita al Museo Nazionale di Capodimonte a Napoli. L'opera è incentrata sulla cecità causata dalla guerra. Si diventa cechi perchè non si sa come va a finire un conflitto e perchè si guarda alla pace, ma combattendo. La cecità di chi fa la guerra, destabilizza ed è dovuta all'uso politico del conflitto. La cecità stà inoltre nell' "uso scientifico" della guerra che è inganno, è propaganda. L'ignoranza genera il buio e la perdita culturale che è anch'essa cecità.
 
"Il costo della pace mira a ricostruire - ha spiegato il padre gesuita - disinnescare le violenze e a costruire una nuova società. Gli sguardi nostri, come quelli della tela proposta, sono divergenti, guardiamo altrove perchè ci fa comodo". Dal relatore è arrivata la proposta a guardare alla pace come dono, come frutto, come prospettiva ma anche come un processo lungo ed impegnativo. Per parlare di questo, è stato letto e commentato il Salmo 137 detto "il Salmo dell'Esule" dal quale emerge il tema del trasporto della sofferenza provato dal popolo di Edom al quale tutti noi possiamo pensare di assomigliare a causa dei nostri conflitti e distrazioni. Gli Edom erano eredi di Isaù, figlio di Isacco. È stata richiamata poi anche la figura del profeta Abdia citato da uno dei testi di Geremia del quale Larivera ha tracciato una puntuale esegesi. Certo, per fare la pace bisogna essere in due. Nel caso di Russia e Ucraina sarà possibile una tregua? Se per Larivera i ponti sono stati "bruciati" dal punto di vista degli interessi economici, bisogna solo sperare in una possibile azione negoziale diplomatica. 
 
La situazione appare ancora molto ambigua se non si attiveranno presto dei processi diplomatici comuni capaci di evitare polarizzazioni che andrebbero ulteriormente ad escludere dei saggi pensieri mediani. Del resto, questi non sono che la via del dialogo e del negoziato che Papa Francesco richiama quasi ogni giorno. La guerra ci rende ciechi, ma noi dobbiamo ben sperare di guarire. I momenti drammatici della storia ci chiedono di fare i conti con questa verità. Dobbiamo essere disposti a saper "toccare la nostra pace", a rischiare qualcosa e a saper custodire per poi ripartire. Se tutto questo costa per noi, la nostra pace sarà veramente riconquistata a qualunque costo.
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