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La giornata del ricordo è un'occasione per fare memoria di quanto male possa fare l’odio

data di pubblicazione: 10-02-2023

Un rinnovato impegno per riaffermare l’importanza dei princìpi di pace, uguaglianza e dignità delle persone

Ogni anno, a partire dal 2004, per decisione del Parlamento, l’Italia celebra il 10 febbraio il Giorno del ricordo, dedicato alla commemorazione delle migliaia di vittime che tra il 1943 e il 1947 vennero catturate, uccise e gettate nelle cavità carsiche dell'Istria e della Dalmazia - le cosiddette foibe - dai partigiani jugoslavi di Tito e a quanti, istriani, fiumani e dalmati in quel tragico secondo dopoguerra, furono costretti a lasciare le loro terre.
Si tratta di una complessa e dolorosa vicenda della storia italiana del Novecento che a lungo è stata trascurata e che permette di non dimenticare tutte le cosiddette "pulizie etniche" e di ribadire il valore della pace. 
 
Per la nostra realtà isontina è una giornata particolarmente importante, perché il dramma delle foibe ha segnato molte famiglie ed i ricordi di quei fatti sono ancora vivi nei ricordi di chi allora c’era.
 
La giornata del ricordo deve essere allora un’occasione per fare memoria di quel terribile momento storico segnato dalle vendette e dal grande esodo che interessò allora oltre 350.000 persone, che per la loro etnia italiana furono costrette ad abbandonare le loro case dell’Istria e della Dalmazia e rifugiarsi in Italia.
 
Fu questo un periodo, appendice dei drammatici fatti della seconda guerra mondiale, segnato da vendetta, odio e morte. Il nuovo confine, frutto degli accordi di Parigi, tagliò per sempre  la città di Gorizia in due, dividendo famiglie ed amicizie.
 
Seguirono anni dolorosi, ma segnati anche da un graduale riavvicinamento per il quale si spesero figure come il Sindaco di Gorizia Michele Martina ed il suo omologo di Nova Gorica  Jožko Štrukelj. Questo fu anche il tempo in cui molte  persone, tra le quali diversi sacerdoti,  con costanza e gradualità, furono capaci di andare oltre le barriere ideologiche, comprendendo, allora come ora, che la riconciliazione sia l’unico strumento utile e necessario per superare il conflitto e l’odio.
 
Poi il grande sogno Europeo che oggi ha reso possibile ciò che allora sembrava impossibile: Gorizia e Nova Gorica unite per realizzare il progetto di una città transfrontaliera della cultura europea.
 
E, dunque, qual è oggi il senso della giornata del ricordo?
Sicuramente  è occasione di fare memoria e ricordare. Ma, soprattutto, deve rappresentare un’occasione per riaffermare l’importanza dei princìpi di pace, uguaglianza e dignità delle persone.  
 
Diritti e valori, questi, alla base dell’Unione europea, che ci unisce tutti, consentendo di superare i confini e le visioni sovraniste del passato, e, proprio come affermò David Sassoli in occasione del suo intervento del 2019, quando si insediò come Presidente del Parlamento europeo: “L’Unione europea non è un incidente della Storia”. L’unione europea è la nostra casa comune, che siamo chiamati – dice Papa Francesco – “ad abitare in modo diverso,… essere presenti gli uni agli altri con le proprie diversità,…  sviluppare il bene comune dell’intera famiglia umana”… “Il mondo non ha bisogno di parole vuote, ma di testimoni convinti, di artigiani della pace aperti al dialogo senza esclusioni né manipolazioni”.
 
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