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Estate in archivio

data di pubblicazione: 27-07-2023

Nel gruppo dedicato al lavoro sui documenti dell’archivio non è tempo di ferie

Siamo quasi alla fine di luglio, per tutti tempo di vacanze e riposo, eppure nel gruppo dedicato al lavoro sui documenti dell’archivio non è tempo di ferie; infatti all’inizio dell’estate abbiamo ricevuto via PEC il comunicato del Ministero della Cultura che ci comunicava che siamo risultati tra i vincitori di due bandi a cui avevamo partecipato (e questo lavoro deve essere terminato entro i primi giorni di novembre!).
 
Prima di raccontarvi di cosa ci stiamo occupando, una serie di doverosi ringraziamenti: il primo al nostro presidente Paolo Cappelli, che ci sprona continuamente a non mollare la presa; il secondo a Luca Olivo, il nostro archivista, che, dopo aver concluso la catalogazione dei documenti del nostro archivio, adesso, come leggerete si sta occupando di stilare l’inventario dell’archivio di don Renzo Boscarol; e poi a Carlo Alberto Villa, che, oltre a seguire il nostro sito internet ed aggiornarlo continuamente, adesso sta scansionando le cartelle dei Comitati Civici.
 
Quindi parto da questo: il primo bando ci ha concesso un cospicuo finanziamento per scansionare tutti i documenti contenuti nei quattro faldoni dei Comitati Civici; quando abbiamo deciso su cosa chiedere il finanziamento, abbiamo deciso di puntare la nostra attenzione su questo “unicum” del nostro archivio (pare che sui Comitati Civici ci sia poco materiale anche a Roma), di grande interesse storico ed, appunto gran parte inedito; non solo scansionare i documenti contenuti nei faldoni, ma creare - nel rispetto di tutte le leggi della privacy - una banca dati che tutti potranno consultare.
 
E poi, perché no, una pubblicazione su questo argomento. I documenti che stiamo esaminando si riferiscono alla storia completa dei Comitati Civici, dal 1948 al 1966 e ci raccontano la storia complessa del territorio in cui viviamo dal 1945 al 1948 (la fine della Seconda Guerra Mondiale, i rapporti con la ex Jugoslavia e non solo) e la nascita del Comitato Civico nel goriziano e nelle parrocchie e il suo ruolo nelle elezioni politiche del 18 aprile del 48, di quelle amministrative nell’ottobre del 48 e di quelle del 51.
 
Per adesso ho potuto leggere (ma non in maniera approfondita) solo il risultato della scansione del primo faldone, e già quello che ho letto è molto interessante: Gorizia lamenta una distanza dal comitato nazionale, che non vengono mandati abbastanza manifesti e che i delegati nazionali si fanno vedere troppo poco; quindi bisogna lavorare tanto nelle parrocchie, appendere i manifesti, convincere le persone con il “porta a porta”, motivare i delegati in maniera forte, far capire al popolo che, prima di tutto, è necessario andare a votare; e poi raccogliere denaro per la causa, rivolgendosi a tutti, nessun escluso. L’appuntamento del 1948 non può essere perso in nessun caso, e anche i sacerdoti vengono invitati a tenere le omelie in un certo modo per aiutare il comitato.
 
A cosa servirà tutto questo e a chi? Prima di tutto a noi, per evitare la perdita delle carte (che stiamo cercando di conservare nel modo migliore, ma che sono sempre carte); e poi a tutti coloro che studiano l’ AC, la Democrazia Cristiana e il nostro territorio che nel 1948 vive un momento molto difficile della sua storia.Sarà importante, ad esempio, capire per quale motivo a partire dagli anni Sessanta qualcosa si inceppi e il ruolo dei comitati decada: che cosa succede? Perché i comitati smettono di esistere? Lo scopriremo. Questi documenti li possediamo solo noi e questo li rende già di per sé, straordinari. Inoltre è chiaro che in questo modo potremmo implementare i contenuti del qr code dei pannelli della mostra del centenario.
 
Il secondo bando è quello dedicato all’archivio di don Renzo Boscarol, conservato nella sua Ronchi; glielo dobbiamo visto tutto quello che ha fatto per noi, perché siamo certi che è anche merito suo se siamo arrivati qui.
 
Siamo molto fortunati perché tutto è molto ben conservato: verbali, relazioni, agende, manifesti, appunti (sono circa 40 solo le agende), i suoi articoli sull’AC e molto altro; il periodo va dagli anni Ottanta all’inizio degli anni duemila. E già vi posso dire che sui verbali delle assemblee che ho letto nel nostro archivio, si capiva la preoccupazione di don Renzo di fronte alle nuove sfide che l’AC doveva affrontare: un nuovo tipo di comunicazione e di evangelizzazione, senza mai “scendere a compromessi”, ma sapendo comunicare il Vangelo alle nuove generazioni.
 
La catalogazione di questi documenti ci permetterà anche di scoprire il pensiero di don Renzo davanti ai cambiamenti politici e sociali in atto in quel periodo. Vogliamo così evitare anche la dispersione di questo materiale, che sarebbe molto dannosa.
 
E infine la mostra del centenario, che attualmente è in sede, dopo essere stata proprio a Ronchi; a settembre continuerà il suo tour a Capriva e Lucinico e…udite udite anche nel palazzo del Consiglio Regionale a Trieste, dove sarà ospitata alla fine di settembre.
 
Come vedete il lavoro non manca e, anzi, se qualcuno vuole unirsi al gruppo, non ha che da scrivere e farsi presente e sarà accolto a braccia aperte, perché c’è tantissimo lavoro da fare.
 
Barbara Spanedda, responsabile dell’Archivio dell’Azione Cattolica di Gorizia.
 
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