Una vita breve, ma ricca di sorrisi e amore per il vangelo quella di Egidio Bullesi, che nasce a Pola nel 1905 e muore qui nel 1929.
Fin da Giovane Egidio studia e lavora in cantiere, ma è capace di testimoniare con gli operai il suo amore per il Vangelo; nel 1920 entra nell’Azione Cattolica e aderisce alla Conferenza di san Vincenzo, è catechista, animatore e cerca con tutto se stesso di raccontare ai ragazzi della sua età l’amore di Cristo.
Nel 1925 è chiamato al servizio di leva in marina: anche qui crea delle attività per raccontare la Buona Novella a tutti i commilitoni, facendo sì che alcuni di loro dopo segano la vocazione religiosa.
Nel 1927 trova lavoro ai cantieri di Monfalcone e, anche qui, porta un sorriso e l’amore di Cristo. Nell’agosto del 1928 si ammala di tubercolosi e, anche nel dolore e nella sofferenza, continua a sorridere e a portare gioia agli ammalati. “Se vivo, Gesù è la mia felicità. Se muoio, vado a godere il mio Gesù”.
Dal 1974 i suoi resti sono stati trasferiti dal cimitero di Pola all'isola di Barbana, vicino a Grado, in una cappellina del santuario. Nel santuario, ai piedi della statua che lo ricorda è riportato il verso "Viver d'amore è navigare, ognora gioia spargendo e riso attorno a me", tratto dal suo diario.
Dal 1997 è stato dichiarato venerabile.
Con la sua testimonianza si conclude il nostro percorso con i testimoni del calendario pepetuo, che potete leggere ogni giorno sul nostro sito.
Il progetto è nato da un’idea di Chiara Sancin e Maria Serenza Novelli, che ringraziamo.
Il messaggio è semplice: Cristo ci chiede una cosa sola, di testimoniare in ogni ambiente, a casa, in famiglia, al lavoro che Lui ci ama e noi siamo chiamati ad amare Lui e il nostro prossimo.