“Ci siamo sentiti fratelli anche se con lingue ed esperienze diverse”.
Questa una delle voci dei giovanissimi AC dopo il pomeriggio passato assieme ai ragazzi della comunità di Oikos a Cervignano del Friuli.
Oikos ETS è un’associazione che sostiene progetti di cooperazione internazionale, promuovendo e costruendo ponti di solidarietà a più livelli. A Cervignano c’è una piccola comunità di giovani ragazzi migranti non accompagnati provenienti da diverse parti del mondo, che avevamo già conosciuto in occasione della Festa della Pace, ed è proprio da quest’ultima che siamo ripartiti e dal desiderio dei giovanissimi e giovanissime di ritrovarsi con i ragazzi della comunità
“Ci era piaciuto dialogare con loro, sentire le loro storie e condividere del tempo assieme”.
– Allora quale miglior modo per ritrovarsi se non organizzando un pomeriggio di giochi e una merenda da condividere –.
Gli educatori della comunità hanno subito accettato la proposta con grande disponibilità e voglia di costruire qualcosa di bello insieme, quindi si è deciso che ogni gruppo avrebbe organizzato un gioco da fare assieme ed anche preparare un dolce tipico da condividere durante la merenda.
Il pomeriggio del 1° giugno quando siamo arrivati alla sede di OIKOS, siamo stati subito accolti dai ragazzi e dai loro educatori in un clima di festa e soprattutto a braccia aperte, e dopo un due tiri di prova e qualche veloce spiegazione abbiamo giocato tutti assieme a King, Pallavolo, Cricket e all’immancabile biliardino, da qui in avanti nessuno si è più fermato mettendosi in gioco con le proprie abilità.
Dopo aver mangiato qualcosa assieme e ripreso anche le energie ci siamo salutati con la promessa di rivederci e ci siamo diretti al Duomo per celebrare la Santa Messa assieme alla comunità di Cervignano del Friuli e ringraziare il Signore per questo pomeriggio vissuto assieme con gioia ed allegria.
Per raccontare meglio l’incontro riprendiamo una delle impressioni dei giovanissimi:
“Non sapevo cosa aspettarmi dal pomeriggio con i ragazzi di OIKOS, ma, nonostante le differenze linguistiche e le storie di vita completamente diverse, sono bastati dei semplici giochi per capirsi e divertirsi insieme”.
Durante questo incontro abbiamo visto come il gioco abbia la potenzialità di superare barriere, anche semplicemente una lingua diversa attraverso una grammatica inclusiva sviluppata attraverso l’ascolto, la scelta di regole condivise e il rispetto. Ci portiamo a casa un bellissimo ricordo ricco di sorrisi e la scoperta di una fraternità che ci spinge a guardare oltre nonostante le nostre fragilità, differenze e a volte paure e da qui provare ad immaginare un possibile bene comune.
Per concludere con uno sguardo sul senso della relazione e di come provare ad abitarla riprendiamo le parole del prof. Luca Alici:
“Immaginare se c’è effettivamente un possibile bene comune: qualcosa di diverso da un bene che vale per tutti, bensì la possibilità che dentro una pluralità nessuno sia escluso dal bene, che poi è un esercizio continuo di mediazione e conflitto […]. Conflitto è ciò per cui in una relazione succede che il mio io deve fare i conti col fatto che non può decidere dell’altro perché l’altro sia. La relazione è conflitto perché è sempre l’esperienza di un legame di cui prendersi cura, in cui c’è un altro da me che mi dice che per stare in quella relazione non si fa come dico io”.
Un invito a prendersi cura delle relazioni con il coraggio del
“I care”, come ci ha insegnato Don Milani, riconoscendo l’altro come persona nella sua unicità.
Autore: Jacopo BASSI – vicepresidente Giovani
Settore: Giovani
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[1] E. Gitto, M. Martinelli, L. Zardi, “Segni del tempo. Tra instabilità e inatteso”, ed. Ave, Città di Castello (PG), 2024.