Formazione
L’Azione cattolica italiana persegue le proprie finalità attraverso un progetto formativo unitario e organico che offre ad ogni persona, con la partecipazione alla vita associativa, un accompagnamento finalizzato alla crescita di una matura coscienza umana e cristiana, grazie a percorsi permanenti, organici e graduali, attenti alle diverse età, alle condizioni e agli ambienti di vita, ai diversi livelli di accoglienza della fede.
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Formazione: da sempre cuore dell'Ac. Se si provasse a ripercorrere la storia dell'Azione cattolica, non si faticherebbe a ritrovare la centralità dell'attenzione educativa pur nel mutare dei tempi. L'idea della formazione cristiana dei giovani, a partire dai più piccoli, è una delle prime preoccupazioni della Gioventù cattolica, che già dal 1873 avviò dei percorsi per formare i "giovinetti" che sarebbero andati a formare le file della Gioventù cattolica. Certo, in questa fase ancora non esisteva un metodo organico, cosa che però avvenne già a partire dagli anni Venti. È in questi anni infatti che si delinea un progetto educativo dell'Ac consistente sostanzialmente in un'attenzione formativa tesa a incarnare a pieno, in un tempo che continua a cambiare, la propria vocazione battesimale con una consapevolezza apostolica maggiore da parte del laicato, in cui i protagonisti già possono essere i ragazzi nei confronti dei propri coetanei. Armida Barelli ad esempio, nel 1917, quando ancora l'Ac aveva un carattere soprattutto organizzativo delle varie realtà laicali che venivano a formarsi, ha un solo obiettivo quando viene chiamata a riorganizzare le giovani della diocesi di Milano: portare Gesù Cristo in ogni cuore, formando le giovani generazioni per preparare un avvenire più lieto e più degno della tradizione storica italiana. Il culmine della centralità della formazione lo si raggiunge alla fine degli anni Sessanta, quando con Vittorio Bachelet nasce l'Azione cattolica dei ragazzi (Acr). Con questa grande novità la proposta educativa dell'intera associazione si rivolge ai ragazzi per considerarli sempre più protagonisti e avviarli alla partecipazione responsabile alla vita della Chiesa e della società.
L'idea di formazione L'Ac è convinta che la nostra fisionomia più profonda e più vera è il volto di Cristo: ogni persona è creata a immagine e somiglianza di Dio e porta in sé l’immagine del Figlio. Formazione vuol dire quindi far emergere nella vita di ciascuno il volto del Figlio. Formazione è dare alla vita la forma del volto di Gesù, modello e vocazione di ogni persona. Tutto l'impegno prende vita all'interno del contesto ecclesiale. È all'interno della comunità cristiana, in una comunione profonda tra pastori e laici, che l'impegno educativo dell'Azione cattolica trova il suo terreno d'azione con spirito missionario che spinge ogni aderente, responsabile, educatore ad uscire e ad andare ai "crocicchi delle strade", per essere veri discepoli missionari. Nel processo di formazione messo in atto, l’Ac considera fondamentali quattro dimensioni della vita di ogni persona, vale a dire, la dimensione dell’interiorità, della fraternità, della responsabilità e dell’ecclesialità.
Destinatari
Come forma l'Ac? Anzitutto il livello parrocchiale, in cui la formazione avviene principalmente nel contesto del gruppo che ancora oggi è considerato un efficace (seppur non unico) strumento formativo adatto a far maturare le persone in una vita di fede, attraverso la partecipazione ad un’esperienza comune: le relazioni tra i componenti, un rapporto sufficientemente stabile, alcune riflessioni condivise. In alcune stagioni della vita è difficile, oggi, fare esperienza di gruppo. La mobilità anche psicologica delle persone, soprattutto dei giovani; l’individualismo, la fatica di accettare esperienze che abbiano una base oggettiva e non siano fatte semplicemente per “rispondere ai miei bisogni”: tutto questo rende al tempo stesso più difficile e più preziosa l’esperienza del gruppo. Se provassimo a tracciare in qualche modo la vita parrocchiale di tutte le comunità in cui è presente l'Ac, probabilmente noteremmo che ogni giorno in Italia, da qualche parte c'è un incontro formativo di gruppo, che sia di ragazzi dell'Acr, di giovanissimi, giovani o adulti. Ma il gruppo è solo uno degli aspetti formativi dell'associazione. Accanto ad esso infatti viene riconosciuta l'importanza del servizio, esperienza in cui ci si dedica ad altro da sé, che sia servizio pastorale in parrocchia, un impegno di volontariato, un servizio educativo, una responsabilità civile, culturale o politica. Oltre a questi interventi formativi che potrebbero definirsi ordinari, l’Ac mette in piedi una serie di percorsi straordinari, come i campi estivi, convegni, moduli, incontri di formazione sia a livello diocesano che a livello nazionale. |
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A partire dai Catechismi della Chiesa cattolica, l’Ac elabora una proposta formativa chiara e strutturata rivolta a: Adulti - una formazione permanente dagli adulti- giovani (30-‐40 anni) agli adultissimi (oltre i 65 anni) - individuale e comunitaria - pensata per ogni laico inserito nella propria comunità parrocchiale e che abbraccia ogni ambito della vita adulta. Giovanissimi (15 -18 anni) e Giovani(19-‐30 anni) ai quali l’Associazione propone un percorso ordinario -individuale e comunitario - orientato verso la verso la alta della santità. Bambini e Ragazzi (0-14 anni) dei quali giovani e adulti dell’Ac si fanno compagni di strada per un loro pieno sviluppo. L’AC sceglie il gruppo come strumento formativo, ancora oggi adatto a far maturare le persone in una vita di fede, attraverso la partecipazione ad un’esperienza comune fatta di relazioni e condivisione. |
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