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Il grande popolo AC a ROMA

data di pubblicazione: 27-04-2024

Con la sua presenza in Piazza San Pietro, l'AC ha voluto ribadire che non è morta ma che vuole vivere uno stile di vita ed una postura culturale che si fanno accoglienza sincera e reciproca condivisione.

Ottantamila persone in piazza San Pietro. Erano anni che non si vedevano tante persone addirittura oltre la Piazza in via della Conciliazione.
 
Cosa ci racconta questo? In primo luogo chi in questi anni passati nelle parrocchie ha pensato che l’associazionismo cattolico ed in particolare l’AC fosse morto. Oggi l’AC ha dimostrato di esserci più vitale che mai, adulti, giovani, giovanissimi ed Acr hanno fatto risuonare in Piazza San Pietro il proprio “Eccomi a braccia aperte”.
 
Un Eccomi che si rivolge non solo alla Chiesa, ma anche e soprattutto al Paese.
 
Oggi l’AC a Roma ha raccontato la parte bella di questa Italia, ed ha voluto idealmente abbracciare il Pase da nord a sud con l’impegno a vivere una grande attenzione per l’oggi e per costruire il mondo del domani avendo a cuore la pace e la cura della casa comune.
 
Riprendendo un pensiero del Presidente nazionale Notarstefano lo slogan A braccia aperte “vuole essere la traduzione plastica di questo camminare insieme come comunità consapevole di dover procedere in maniera sinergica valorizzando le diversità e andando incontro uomini e donne del nostro tempo”.
 
Il riferimento in tal senso è l’enciclica Fratelli tutti un testo in cui Papa Francesco offre a tutti una proposta autentica di vita e di convivenza sociale e che si rivolge ai credenti e anche ai non credenti. «Voi laici di Azione cattolica potete aiutare la Chiesa tutta e la società a ripensare insieme quale tipo di umanità vogliamo essere, quale terra vogliamo abitare, quale mondo vogliamo costruire.
 
Anche voi siete chiamati a portare un contributo originale alla realizzazione di una nuova "ecologia integrale": con le vostre competenze, la vostra passione, la vostra responsabilità». Queste le parole di papa Francesco ai membri del Consiglio nazionale di AC il 30 aprile 2021.
 
Papa Francesco nel suo intervento rivolto al popolo AC del suo discorso ha invitato i partecipanti, senza distinzione di età ad essere pellegrini di speranza, di uomini e donne sinodali, che sappiano dialogare, interloquire, cercare insieme, come dice il tema del Giubileo ormai vicino ad essere uomini e donne capaci di tracciare e percorrere sentieri nuovi e impegnativi.
 
Il percorso sinodale ha ricordato il Papa, è giunto ormai alla sua terza tappa, "la più impegnativa e importante, quella profetica" che significa tradurre il lavoro fatto fin qui "in scelte che diano slancio e vita nuova alla missione della Chiesa nel nostro tempo". Ed ha aggiunto: "Ma la cosa più importante di questo Sinodo è la sinodalità".
Per questo c’è bisogno di gente forgiata dallo Spirito, di “pellegrini di speranza”, di uomini e donne sinodali, che sappiano dialogare, interloquire, cercare insieme, come dice il tema del Giubileo ormai vicino, uomini e donne capaci di tracciare e percorrere sentieri nuovi e impegnativi. Vi invito ha concluso Francesco, dunque, ad essere “atleti e portabandiera di sinodalità”, nelle diocesi e nelle parrocchie di cui fate parte, per una piena attuazione del cammino.
 
Oggi abbiamo vissuto un momento storico, l’AC con la sua presenza in Piazza San Pietro ha voluto ribadire che non è morta ma che vuole vivere uno stile di vita ed una postura culturale che si fanno accoglienza sincera e reciproca condivisione.

Paolo Cappelli
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