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La vita di Armida Barelli come esempio alle donne che operano nella politica e nella Chiesa

data di pubblicazione: 24-05-2023

Intervista di Barbara Spanedda, responsabile dell’Archivio Diocesano dell’AC di Gorizia, a Emanuela Gitto, Vicepresidente nazionale di Azione cattolica per il Settore.

Barbara Spanedda ed Emanuela Gitto e, sullo sfondo, un'immagine di Armida Barelli
Barbara Spanedda ed Emanuela Gitto e, sullo sfondo, un'immagine di Armida Barelli
In occasione della conferenza del 27 maggio, la responsabile dell’Archivio Diocesano dell’AC, Barbara Spanedda, ha intervistato Emanuela Gitto, dal 2021 Vicepresidente nazionale di Azione cattolica per il Settore giovani e responsabile del Coordinamento giovani del Forum Internazionale di AC; il 22 aprile ha portato i saluti dell’AC a Papa Francesco, in occasione dell’udienza per il ringraziamento della beatificazione di Armida Barelli; è inoltre co autrice del volume “Prendersi cura riflessioni su donne, Chiesa e società a partire da Armida Barelli”, edito da Ave.
 
Cara Emanuela, tenendo presente la vita di Armida, capace di segnare in maniera molto significativa il Novecento, ti chiedo in che modo può essere di esempio alle donne che operano nella politica e nella Chiesa?
Armida Barelli si è spesa tantissimo per l’associazione, ha unito tantissime donne e già questo per una donna della sua epoca è un elemento significativo e notevole; pensiamo solo che - durante il Fascismo - le iscritte alla GF superavano addirittura il numero delle iscritte ai Fasci femminili. L’associazione univa donne di diversa provenienza sociale ed età, che grazie alla GF ottennero maggiore consapevolezza del loro ruolo all’interno della Chiesa e della società. Nell’Italia Repubblicana del dopo Fascismo, le donne della GF entrarono attivamente nel mondo politico e nella costituente; questo è indicativo per comprendere la portata rivoluzionaria della proposta formativa della GF e l’impatto che ebbe nel panorama socio-politico italiano del tempo. Non va poi dimenticata la collaborazione con le gerarchie ecclesiastiche, dai sacerdoti ai vescovi delle diocesi, coinvolti nelle attività della GF. In questo dialogo fecondo tra laiche e pastori la GF introdusse un nuovo stile di fare e di essere Chiesa, che oggi non avremmo difficoltà a definire davvero “sinodale”.
 
In molti suoi scritti Armida si rivolge alle giovani e alle ragazze; quali sono i valori che può trasmettere ai giovani di oggi, quelli del 2023?
Sicuramente la prima cosa è la cura della spiritualità: per lei era fondamentale l’affidarsi al Sacro Cuore e il suo rapporto personale con Dio per moltiplicare il bene che aveva accanto.  Avere cura della spiritualità voleva dire per Armida tenere tutti gli aspetti della sua vita insieme, e questo è molto vero anche per noi oggi, che sentiamo sempre più il bisogno di ritagliarci spazi di silenzio e di dialogo personale con il Signore per alimentare il nostro servizio nel mondo verso i fratelli.
Una seconda dimensione molto importante da sottolineare ancora oggi è la sua grande capacità di coinvolgere ed organizzare, di mobilitare chi stava accanto a lei; Armida sapeva sognare in grande e trasmettere questa sua voglia di trasformare i sogni in realtà a chi le stava vicino, sporcandosi le mani e lavorando. Questo è quello che ci auguriamo anche noi oggi, affinché possiamo annunciare Cristo con la nostra vita e con l’impegno cui siamo chiamate.
 
Armida per tutta la sua vita si è dedicata all’Azione Cattolica; come può incoraggiare le giovani donne dell’AC a portare avanti il messaggio dell’associazione?
La situazione delle donne di oggi è molto diversa da quella al tempo di Armida, le donne oggi sono più libere ed emancipate anche se sono diverse le sfide per una piena inclusione delle donne nella vita sociale e politica. Tuttavia, mi preme sottolineare che Armida oggi non parla solo alle giovani donne, ma il suo messaggio è realmente di una portata universale.  L’AC dal 1969 è formata da uomini e donne, giovani, bambini e adulti;  siamo parte di un’associazione che è davvero casa per tutti, coinvolgendo e facendo impegnare tutti. Per questo sentiamo che all’interno dell’associazione possiamo crescere insieme, valorizzando i talenti di tutti, ciascuno nella quotidianità e nelle sue capacità. Dobbiamo lavorare per far sì che nessuno si senta escluso.
 
A conclusione ricordiamo ancora un particolare importante: la croce d’oro e la spilla con l’immagine dell’Immacolata Concezione che Armida ricevette dalle donne della Gioventù Femminile, sono, per volontà della stessa Armida, custodite dalla vicepresidente di Azione cattolica per il settore giovani e vengono indossate (come durante l’udienza) in occasioni importanti; i gioielli di Armida sono il simbolo di una “responsabilità condivisa e indicano il nostro stile associativo di fraternità e amicizia”.
 
 
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