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Chiamati a scoprire il sapore. La cura educativa come vocazione

tema: ACR
data di pubblicazione: 21-12-2018

Convegno educatori, Roma, 14-16 dicembre 2018

Il convegno educatori che si è svolto a Roma è stato un evento che merita di esser scritto tutto in maiuscolo, non solo con l’iniziale. Erano presenti più di 700 educatori ACR provenienti da tutta Italia a cui è stato chiesto di accostarsi (o riaccostarsi) alla domanda fondamentale: quella sulla vocazione educativa. Da Gorizia hanno partecipato Alice e Silvia di Cormons, Chiara di Cervignano insieme a me e Don Paolo Nutarelli, assistente diocesano. Sono stati proposti incontri e testimonianze molto intense perché parlavano del quotidiano, delle fatiche nelle relazioni personali e nella vita delle comunità parrocchiali e diocesane. La sollecitazione che continua a scavare nella mia mente e nel cuore a distanza, ormai di diversi giorni, è questa: “la vocazione è un fatto personale, ma non individuale”. Declinato in diversi modi e riproposto in momenti successivi sia Pierpaolo Triani (professore di Didattica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore) che Matteo Truffelli (presidente nazionale di AC) e Luca Marcelli (responsabile nazionale ACR) sono ritornati su questo nodo. Il prof. Triani ha evidenziato come la vocazione educativa è una scelta che ha una ricaduta sugli altri. Non si può non considerare il fatto relazionale da cui la vocazione nasce, che vede “ogni persona essere un bene comune, un dono per gli altri e un impegno per tutti”. Matteo Trufelli ha sottolineato come “la vocazione educativa si inserisce nella vocazione ad essere discepoli missionari” ricordando il punto 120 dell’Evangelii Gaudium, in cammino con e nella Chiesa a vivere la chiamata alla santità. Luca Marcelli nelle conclusioni ha ripreso nuovamente questa riflessione indicando come “ogni vocazione educativa nasce da una trama di relazione”, una relazione in cui “qualcuno ha scommesso sul nostro gusto, dicendo non è vero che non sa di niente”. La vocazione è personale perché qualcuno ha fatto attenzione al nostro nome e alla storia che c’è dietro. Non si è educatori se non nella consapevolezza della relazione; relazione verso i bambini e ragazzi di cui siamo a servizio e relazione con quanti camminano insieme a noi in questo servizio. Con molta chiarezza e coraggio è stato poi affermato “la vocazione educativa è di alcuni, la responsabilità educativa è di tutti. Non esiste la vocazione dell’educatore Acr, esiste la vocazione dell’educatore di Ac a servizio di tutta la Chiesa”.
 
Elisabetta, Resp, ACR diocesi di Gorizia.


La prima parola che mi viene in mente adesso ripensando al Convegno Educatori è tesoro. Tesoro perché tutte le parole, tutti gli insegnamenti, li tengo stretti stretti a me e ne faccio uso il più possibile. Cose che davo per scontato, come ad esempio un semplice “sì” o un severo “no”, hanno acquisito un peso e un significato tutto nuovo. Ci hanno parlato di gruppo, cosa vuol dire far parte di un gruppo ,con tutti i suoi pregi e i suoi difetti. Mi hanno aperto un mondo che, come detto prima, davo e diamo per ovvio.
Sinceramente, pensavo di finire questi tre giorni di “tour the force” con delle risposte in mano e invece mi trovo con ancora più domande di prima. Ma forse proprio qui sta il senso di tutto: dare spazio a nuove domande e punti interrogativi su questioni come cosa possa mai voler dire fare ed essere un educatore.
Sono educatrice A.C.R. da relativamente poco, quindi non penso di potermi permettere di parlare “per esperienza”, ma penso di poter affermare con franchezza che ricoprendo tale ruolo, non si smette mai di imparare. Dunque, che si resterà sempre, in fondo in fondo, un po’ “educati”. Esperienze a livello nazionale come queste ci aiutano a migliorare e a vedere le cose da un altro punto di vista.

Alice, educatrice ACR a Cormons


Le esperienze di formazione che l'Azione Cattolica propone per gli educatori a livello nazionale, si confermano delle esperienze imperdibili: il cammino di ciascun educatore ACR ha bisogno di ricaricare le batterie per potersi mettere al servizio dei piccoli. Proprio la chiamata al servizio è stato il fulcro di questo convegno. Nelle esperienze proposte il sabato pomeriggio, il servizio attraverso il lavoro ha portato una parte degli educatori a visitare il pontificio oratorio San Paolo per incontrare padre Antonio Teodoro Lucente che ci ha accompagnati nella riflessione rispetto al vivere cristianamente il proprio ambito lavorativo per poter vivere pienamente la propria esperienza educativa.
Un aspetto altrettanto importante sono le relazioni che si intessono tra gli educatori: ritrovarsi, condividere le fatiche e le gioie delle proprie realtà parrocchiali e diocesana. Amicizie che ci legano a kilometri e si stringono in un abbraccio, che cancellano il tempo di separazione in un meraviglioso "che bello rivederti! Come stai? Che mi racconti di bello?".
L'AC è per prima cosa una grande famiglia in cui c'è sempre qualcosa di nuovo da scoprire e qualcuno che ti vuole bene che ti aspetta sempre a braccia aperte sulla porta.
 
Chiara, educatrice ACR a Cervignano


Partecipare al convegno nazionale è stato molto interessante. Incontrare tanti giovani che fanno parte dell’Azione cattolica mi ha fatto sentire parte di una grande famiglia, e tutti abbiamo lo stesso obbiettivo: aiutare e far cresce i ragazzi attraverso la parola del Signore. Si sono toccati tanti temi nei tre giorni trascorsi a Roma, e uno in particolare è stato "il gruppo", si è parlato di come il gruppo ha un ruolo fondamentale nel l'associazione e di come le relazioni che si creano all'interno siano forti e delicate allo stesso tempo. Inoltre il gruppo si può rafforzare attraverso la fede in Gesù Cristo infatti ho potuto visitare la Basilica di San Pietro fuori le mura e l'oratorio dove i ragazzi attraverso lo studio e lo sport agonistico possono crescere in un gruppo saldo e sicuro. 
Sono tornata a casa ricca di emozioni, alcune ancora da elaborare, e sono tornata felice. Felice di aver accolto l'opportunità di incontrare tante persone simile a me e di capire che siamo una realtà grande e che infondo siamo una grande gruppo 
 
Silvia, educatrice ACR a Cormons
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