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2ª Domenica di Quaresima

data di pubblicazione: 13-03-2022

Il commento di don Michele Centomo

Lc 9,28b-36
Gn 15,5-12.17-18
Fil 3,17-4,1

Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni
e salì sul monte a pregare”.
(Lc 9, 28b)

Davvero il Cristianesimo è proprio la religione della penitenza, della mortificazione, del sacrificio, come molti pensano? No, il Vangelo è la bella notizia che Dio regala vita a chi produce amore. E’ significativo il comportamento di Gesù che si ritira spesso sul monte a pregare e coinvolge i suoi amici! L'incontro con Dio nella preghiera è sempre una cosa unica, ma questa volta avviene quella manifestazione particolare che chiamiamo trasfigurazione, perché il suo volto cambia di aspetto e le sue vesti divennero candide e sfolgoranti (Lc 9, 29).

Questo evento straordinario, è un incoraggiamento nella sequela di Gesù. Luca non parla esplicitamente di  Trasfigurazione, ma descrive quanto è avvenuto attraverso due elementi: il volto di Gesù che cambia e la sua veste che diventa candida e sfolgorante, alla presenza di Mosè ed Elia, simbolo della Legge e dei Profeti. I tre apostoli che assistono alla scena sono oppressi dal sonno: è l'atteggiamento di chi, pur essendo spettatore dei prodigi divini, non comprende. Solo la lotta contro il torpore che li assale permette a Pietro, Giacomo e Giovanni di vedere la gloria di Gesù. E' interessante notare che i tre apostoli del monte della trasfigurazione saranno gli stessi tre del monte degli ulivi. Qui provano gioia, stupore, desiderio che quel momento magico non finisca più: “E' bello per noi stare qui” (Lc 9, 33).

Potessimo anche noi sperimentare questa gioia e questo desiderio quando siamo nella preghiera, quando siamo con il Signore. Ma Gesù invita presto a tornare alla vita ordinaria. La preghiera porta alla vita, ma in maniera nuova, diversa. E nella vita ordinaria siamo chiamati a portare la luce, la grazia, la forza dell'incontro che abbiamo avuto con il Signore.

Gli apostoli non sono più di fronte ad un volto trasfigurato, né ad una veste candida, né ad una nube che rivela la presenza divina. Davanti ai loro occhi, c'è “Gesù solo” (Lc 9,36). E’ tutto ciò che è dato a loro e alla Chiesa di ogni tempo: è ciò che deve bastare nel cammino. È Lui l'unica voce da ascoltare, l'unico da seguire, lui che salendo verso Gerusalemme donerà la vita ed un giorno “trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso” (Fil 3,21).
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