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A cento anni di distanza, quale il senso di rinnovare la propria adesione alla Azione cattolica.

data di pubblicazione: 26-11-2022

Le riflessioni della settimana suggerite per voi dal presidente diocesano Paolo Cappelli

Nell’anno in cui la nostra associazione diocesana festeggia i 100 anni di storia, di vita ecclesiale e civile, la domanda che ci si può porre in occasione della fatidica data dell’8 dicembre è se tutto ciò, attraversando i decenni e giungendo alle complesse dinamiche della Chiesa e della società attuale, ha ancora senso.

In particolare in un tempo in cui si sono moltiplicate tessere sconto e dove l’associazionismo soffre di un evidente declino di consensi, dove il senso di appartenenza lascia il passo a visioni più individualistiche, pensare a un impegno ecclesiale strutturato dentro una associazione ed un percorso formativo e continuativo ha ancora un perché ?

Proviamo a dare   alcune risposte, anche aiutati dalla  riscoperta  della nostra storia diocesana e di chi ci ha preceduto. La storia ci può infatti aiutare ribadire oggi il “sì” all’Azione cattolica interpretando e delineando l’attualità della nostra associazione.  

Il nodo centrale, nel rinnovare annualmente la nostra appartenenza all’Ac e alla sua storia, risiede infatti proprio nell’esigenza di trovare le giuste motivazioni per manifestare in maniera esplicita, ancora oggi, il nostro “sì” di ragazzi, giovani e adulti a un’associazione che fa del servizio alla Chiesa ed al mondo il suo paradigma. Il bello di una storia, come la nostra, lunga 100 anni risiede nell’aver chiara la necessità di un “aggiornamento continuo”, sperimentando vie nuove e mantenendo saldi, allo stesso tempo, i princìpi del nostro essere associazione con radici profonde nella Chiesa e nella storia del nostro paese.

Il rinnovo dell’adesione all’Ac ribadisce la disponibilità, ancora oggi, a perseguire un cammino personale e di servizio alle necessità delle comunità locali. Aderire personalmente e responsabilmente all’Ac, oggi, vuol dire stare in questa Chiesa da laici e da cristiani nel mondo.  Fa sperimentare la scuola di democrazia che è la vita associativa, per formare cristiani adulti nella fede, testimoni credibili nella vita quotidiana.

L’adesione all’Ac richiede anche la responsabilità di “far convivere”, nelle nostre associazioni parrocchiali le diverse generazioni, i ragazzi con gli adultissimi, i giovani con gli adulti. Attraverso tutti questi elementi passa, ancora oggi, la scelta di aderire all’Azione cattolica, che è chiamata ad “essere sempre più degna della sua storia bellissima” (Paolo VI).

Paolo Cappellipresidente diocesano