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Presentazione. Mostra itinerante 100 anni di storia dell’Ac Goriziana e la realtà di Romans d’Isonzo

data di pubblicazione: 21-03-2023

Arricchita da due nuovi pannelli, è stata presentata a Romans d’Isonzo la Mostra dedicata ai Cento Anni di Presenza della A.C. nell'Arcidiocesi di Gorizia

Un momento della presentazione curata da Barbara Spanedda, responsabile dell’archivio storico diocesano
Un momento della presentazione curata da Barbara Spanedda, responsabile dell’archivio storico diocesano
“Perché tu possa raccontare e fissare nella memoria” (Es 10,2).
La vita si fa storia.
 
Sono le parole di Papa Francesco per il Messaggio in occasione della 54^ Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali (24 maggio 2020), quando siamo ritornati, timidamente e riperderci i nostri luoghi di incontro.
 
Il Santo Padre proseguiva: “Desidero dedicare il Messaggio di quest’anno al tema della narrazione, perché credo che, per non smarrirci, abbiamo bisogno di respirare la verità delle storie buone: storie che edifichino, non che distruggano; storie che aiutino a ritrovare le radici e la forza per andare avanti insieme. Nella confusione delle voci e dei messaggi che ci circondano, abbiamo bisogno di una narrazione umana, che ci parli di noi e del bello che ci abita. Una narrazione che sappia guardare il mondo e gli eventi con tenerezza; che racconti il nostro essere parte di un tessuto vivo; che riveli l’intreccio dei fili coi quali siamo collegati gli uni agli altri”.
 
Anche la nostra Associazione Diocesana, attraverso mani e cuori sapienti, ha voluto tessere la storia della Famiglia dell’Azione Cattolica che 100 anni fa “venne alla luce” nella nostra Arcidiocesi. Tanti volti, tante storie: “«Voi – scriveva San Paolo – siete una lettera di Cristo scritta non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente, non su tavole di pietra, ma su tavole di cuori umani» (2 Cor 3,3). Lo Spirito Santo, l’amore di Dio, scrive in noi. E scrivendoci dentro fissa in noi il bene, ce lo ricorda. Ri-cordare significa infatti portare al cuore, “scrivere” sul cuore. Per opera dello Spirito Santo ogni storia, anche quella più dimenticata, anche quella che sembra scritta sulle righe più storte, può diventare ispirata, può rinascere come capolavoro, diventando un’appendice di Vangelo”.
 
In un’epoca di pessimismo e paura del futuro, come quella odierna, l’antidoto è agire per il bene comune. Diceva don Tonino Bello: “bisogna organizzare la speranza”. Che non è ottimismo, ma immergersi in questo tempo per esprimere la fiducia nel Signore e tradurla nel vivere fraternamente accanto alle domande degli altri: non abbiamo risposte, ma abbiamo la possibilità di vivere insieme».
 
Con lo sguardo del Narratore – l’unico che ha il punto di vista finale – ci avviciniamo poi ai protagonisti, ai nostri fratelli e sorelle, attori accanto a noi della storia di oggi. Sì, perché nessuno è una comparsa nella scena del mondo e la storia di ognuno è aperta a un possibile cambiamento. Anche quando raccontiamo il male, possiamo imparare a lasciare lo spazio alla redenzione, possiamo riconoscere in mezzo al male anche il dinamismo del bene e dargli spazio”.
 
Permettete un grazie a tutti; non faccio nomi, perché i nostri nomi sono scritti sulla scrivania del Padre eterno in Paradiso, insieme con le nostre foto.
 
Romans d’Isonzo, 20.03.2023
Sac. Michele Centomo
 

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