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Diario del Sinodo /1. Una Chiesa che abbraccia, contro la tentazione di essere rigida, tiepida e stanca

Dal sito "Oltre San Pietro dialoghi su cielo, terra e curie varie" di Gianni Di Santo

«Cari fratelli Cardinali, confratelli Vescovi, sorelle e fratelli, siamo all’apertura dell’Assemblea Sinodale. E non ci serve uno sguardo immanente, fatto di strategie umane, calcoli politici o battaglie ideologiche. Non siamo qui per portare avanti una riunione parlamentare o un piano di riforme. No. Siamo qui per camminare insieme con lo sguardo di Gesù, che benedice il Padre e accoglie quanti sono affaticati e oppressi. Partiamo dunque dallo sguardo di Gesù, che è uno sguardo benedicente accogliente»
 
L’inizio del Sinodo è tutto qui. In queste semplici parole che papa Francesco ha pronunciato questa mattina all’omelia per la messa in occasione dell’apertura dell’Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi sul tema Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione
 
Una Chiesa che sia ovunque nel mondo benedizione e accoglienza. Una Chiesa ospitale che abbraccia l’umanità ferita e abbandonata, quella che scappa da guerre e fame, che sbarca da sponde opposte alle nostre. Che chiede aiuto, che domanda libertà e dignità umana. «Dinanzi alle difficoltà e alle sfide che ci attendono, lo sguardo benedicente e accogliente di Gesù ci impedisce di cadere in alcune tentazioni pericolose: di essere una Chiesa rigida, che si arma contro il mondo e guarda all’indietro; di essere una Chiesa tiepida, che si arrende alle mode del mondo; di essere una Chiesa stanca, ripiegata su sé stessa». 
Poi, la stoccata: «E se il Popolo santo di Dio con i suoi pastori, da ogni parte del mondo, nutre attese, speranze e pure qualche paura sul Sinodo che iniziamo, ricordiamo ancora che esso non è un raduno politico, ma una convocazione nello Spirito; non un parlamento polarizzato, ma un luogo di grazia e di comunione. Lo Spirito Santo, poi, spesso frantuma le nostre aspettative per creare qualcosa di nuovo, che supera le nostre previsioni e le nostre negatività». 
 
Insomma, si parte. Quasi un mese di riunioni, riflessioni, e, naturalmente, anche votazioni su alcune questioni dirimenti la vita stessa della Chiesa, soprattutto il rapporto tra laici e gerarchia. La sinodalità, questa parola sconosciuta ai più, molto in stile ecclesialese, è una parola che fa paura soprattutto alla Chiesa stessa, alla gerarchia, che pensa di poter perdere, attraverso proprio la pratica di essa, una parte del controllo del potere.
 
Che sia Sinodo, dunque. Sinodalità applicata in ogni dove. 
 
Ma, si voterà, eccome se si voterà. Capiremo dove la Chiesa universale, soprattutto dopo Francesco, vorrà approdare. 
E allora che lo Spirito Santo frantumi le nostre aspettative per creare qualcosa di nuovo.

Gianni Di Santo

(tratto dal sito http://oltresanpietro.blogspot.com)

 

Gianni Di Santo, giornalista e scrittore, si occupa di informazione religiosa. Scrive, inoltre, di musica, enogastronomia, Mediterraneo e viaggi.
 
Ha curato gli ultimi due libri di don Andrea Gallo editi per Piemme (Come un cane in Chiesa. Il Vangelo respira solo nelle strade e Sopra ogni cosa. Il Vangelo laico secondo Fabrizio De Andrè nel testamento di un profeta) e ha pubblicato, tra l’altro, A tavola con Dio (Ave, 2007), Sentieri per lo spirito. Trekking per tutti nei luoghi della fede (con Carlo Finocchetti, Paoline, 2009), Carlo Carretto, il profeta di Spello (San Paolo, 2010), Il conto dell'Ultima Cena con Moni Ovadia (Einaudi Stile libero, 2010), La messa non è finita. Il Vangelo scomodo di don Tonino Bello (Rizzoli, 2012) e Chiesa anno zero. Una rivoluzione chiamata Francesco (San Paolo, 2014).
 
Per Rubbettino, insieme ad Alessandro Barban, ha pubblicato il Vento soffia dove vuole. Un monaco racconta (2014), e il romanzo Finalmente è cambiato il parroco (2022).
 

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