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Adesione: il senso di un sì e di una appartenenza

data di pubblicazione: 02-12-2023

“La Chiesa non può fare a meno dell’Azione Cattolica… di un gruppo di laici che, fedeli alla loro vocazione e stretti attorno ai legittimi Pastori, siano disposti a condividere, insieme con loro, la quotidiana fatica dell’evangelizzazione in ogni ambiente”. (Giovanni Paolo II ai partecipanti all’XI Assemblea Nazionale dell’AC, 26 aprile 2002)

L’atto formale di adesione all’Azione Cattolica, è il tesseramento, quando cioè di solito ciascun aderente è chiamato a celebrare la propria scelta. Ma cosa significa veramente?

E’ un sì che si dice insieme perché aderire all’AC significa scegliere di vivere da laici, insieme, la propria chiamata alla santità, partecipando attivamente alla vita dell’associazione come piena esperienza di Chiesa. La dimensione associativa, grazie anche alla proposta del gruppo, aiuta a maturare la propria vocazione ad annunciare il Vangelo  dove si vive ogni giorno.

Ha allora ancora un  senso oggi aderire all’AC. Penso proprio di sì!   E questo assume una maggiore importanza proprio alla luce di una Chiesa che oggi  fa Sinodo. Far parte dell’AC significa infatti essere co-protagonisti, aiutati da un’associazione che agisce in una  dinamica comunitaria come un volano, che  restituisce energia e slancio nei tempi morti della stanchezza e dello smarrimento. Al di fuori di quello che è una esperienza associativa come quella di AC, spesso nella esperienza di Chiesa, prevale la logica del mordi e fuggi, ovvero la grande tentazione di vivere il battesimo abbandonandosi poi  alle intermittenze ed alla spontaneità. 

A volte può capitare in Parrocchia, di vivere con  grande slancio ed entusiasmo  alcuni  periodi sulla scia di  leadership o di “simpatici” o “interessanti”  presenti all’interno della comunità (sacerdoti, animatori, religiose, ecc…). Purtroppo sappiamo, e la nostra storia personale e comunitaria c’è lo racconta, che tutto cambia i cicli finiscono e che questa non è la maniera di fondare la nostra scelta cristiana e missionaria all’interno della Parrocchia.

E’ proprio allora  la Parrocchia l’ambito privilegiato dall’AC per spendersi nel servizio pastorale e missionario. Aderire all’Azione Cattolica è: voce del verbo “essere cristiani”. Insieme. Da laici, nel servizio appassionato e corresponsabile alla missione evangelizzatrice di tutta la Chiesa. Sono le persone a comporre l’Associazione: questo significa che in primo luogo ciò che conta sono il cuore, la disponibilità e la creatività delle persone, disposte a giocarsi nella novità di un cammino di santità e di impegno missionario. Ai nostri Parroci quindi il forte invito a vedere l’AC come una bellissima opportunità di crescita personale e di confronto. 

Questo credo sia il motivo da ricercare per aderire consapevolmente all’AC.  E questa situazione è data quando l’esperienza di vita associativa proposta è bella, possibile e attenta alla persona, coltivando un rapporto di forti relazioni che interpelli, coinvolga, renda protagonisti.  In questo contesto, allora, si tratta, non semplicemente, per quanto importante di fare una tessera, ma  di aderire ad un percorso formativo, a una proposta di fede, a un modo di stare nella Chiesa e nel mondo.

L’adesione allora  è un’appartenenza, come ci ricorda lo Statuto (art. 15). Vale la pena, allora, innanzitutto formarci e formare all’adesione come discernimento e scelta, come proposta spirituale, come esperienza formativa in sé, perché ci educa ad una fedeltà, ad un servizio, ad una libertà,  ad un contributo personale concreto, ad una corresponsabilità, a un progetto a lungo termine e condiviso con altre persone che come noi perseguono il bene della Chiesa e del nostro Paese.