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Teologia della crisi: le riconciliazioni necessarie per il Paese

data di pubblicazione: 01-02-2021

Sanare le fratture con la natura, tra uomo e donna, tra generazioni, tra popoli, tra cittadini e istituzioni: ecco a cos'è chiamata l'Italia. Mentre la Chiesa deve riscoprire la centralità della Parola di Dio chinandosi maggioramente sui poveri. L'analisi del teologo Pino Lorizio, della Pontificia Università Lateranense

Immagine tratta dal sito https://m.famigliacristiana.it/
Immagine tratta dal sito https://m.famigliacristiana.it/
L’ analisi dei vescovi italiani, espressa dal presidente della Conferenza episcopale italiana nel Consiglio permanente di questi giorni, mette in luce le fratture provocate dalla pandemia, indicandole come frattura sociale, sanitaria ed educativa. Un’ analisi lucida e decisamente condivisibile. Andando più in profondità, penso si possa e si debba affermare che la pandemia ha semplicemente “rivelato” lacerazioni già presenti nella società, nella cultura, nella politica di questo nostro ferito Paese. Già nel convegno ecclesiale del 2015 avevo cercato di mostrare come eravamo e siamo tuttora in un contesto di “alleanze infrante”. Forse potrà essere di una qualche utilità ricordarle in un momento così critico e decisivo per le nostre esistenze. È infatti il momento di “ricucire” strappi che hanno radici profonde, ma, che, se riusciamo a cogliere il momento favorevole (kairos) ed opportuno che la storia ci sta consegnando, possono aprirci ad una autentica “nuova normalità”. Piuttosto che a caccia di consensi, la “caccia della sapienza” (N. Cusano) dovrebbe animare quanti stanno cercando di uscire dall’ impasse politico in cui si trova il Paese. Per questo è l’ ora del progettare, non dell’ evitare; della caccia alla sapienza, non al ruolo da mantenere o conquistare.

Erano e rimangono tali le “alleanze” da “riconciliare e custodire”. Anzitutto tra uomo e natura, leit-motiv dell’ enciclica Laudato si', che chiama alla cura del creato e, al tempo stesso, a “ritrovare le radici umanistiche del progresso tecnico e tecnologico”. Di qui la necessità di adottare “atteggiamenti di rispetto e attenzione all’ ambiente”, denunciando “incurie, prevaricazioni, sciatterie”, e di “progettare un futuro sostenibile per l’ intera famiglia umana”. La pandemia ha di fatto reso ulteriormente evidente le conseguenze catastrofiche che questa frattura può produrre nel mondo e per l’ uomo.

La seconda “alleanza” è quella tra uomo e donna. Di qui l’ invito a sostenere e partecipare all’ impegno di “associazioni, gruppi, iniziative” a tutela della dignità delle donne, e a denunciare vessazioni, disparità di cui sono spesso vittime. Anche rispetto alla frattura di tale alleanza la pandemia ha svolto un compito rivelativo e le cronache ce ne attestano la tragedia. La violenza che nuclei familiari hanno vissuto nel periodo del lockdown e ancora sperimentano resta un monito e un profondo motivo di angoscia e di apprensione per tutti noi.
Ancora: l’ alleanza fra generazioni. A Firenze si diceva: “Non possiamo non preoccuparci profeticamente della rottura dell’ alleanza generazionale”, allorché alcuni “assicurando a se stessi un futuro pensionistico remunerativo e precoce, hanno privato di sicurezza e di futuro i giovani”, né “ci possiamo esimere dal sollecitare politiche adeguate perché le giovani menti restino qui e non fuggano altrove”. E ora? Quanto debito stiamo accumulando sulla testa di figli e nipoti? Quando questi ora ragazzi e domani adulti leggeranno la storia, come giudicheranno questa generazione? E come si potrà recuperare il disagio educativo in atto?

L’ alleanza infranta fra popoli, che gareggiano per assicurarsi dosi di vaccino, proprio mentre in Vaticano, un segno eloquente, ma disatteso dai più, si vaccinano i senza tetto, insieme ai funzionari di curia. Sarà un’ occasione persa quella di riuscire a elargire cure e vaccinazioni a tutti e non solo a pochi privilegiati? E quale potrà essere il ruolo svolto dalle religioni e dalle confessioni cristiane nella sensibilizzazione rispetto a questa ineludibile urgenza?   In questi momenti risulta particolarmente critica la rottura dell’ alleanza fra cittadini e istituzioni. Molti lo hanno detto e scritto: difficile comprendere i motivi di una crisi di governo in tale contesto! Eppure, nessuno dei protagonisti ha pensato al bene comune e ai cittadini, al loro lavoro, al loro quotidiano.

La Chiesa, intanto, sta vivendo una grande opportunità di incontro con Cristo, nei poveri, negli ammalati, nei delusi, nei morti, ponendosi nella condizione di recuperare la centralità della Parola di Dio, così come l’ abbiamo celebrata la scorsa domenica e oggi l’ ha riproposta papa Francesco nell’ udienza. Da questo ascolto sorga un rinnovato impegno anche politico dei credenti e di laici sensibili e disponibili nelle tristi ore che stiamo attraversando.