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Gianna Beretta Molla: il coraggio di una madre

data di pubblicazione: 25-03-2024

Un esempio luminoso da seguire, in cui la Croce viene vissuta, con la preghiera, come momento fondamentale per incontrare il Signore

Scrivo questo breve contributo il giorno in cui tutti ci fermiamo a ricordare le vittime della pandemia da Covid 19; forse, però, ci siamo dimenticati del coraggio che medici ed infermieri hanno dimostrato di fronte ad una situazione che nessuno si poteva aspettare, eppure erano lì a svolgere il loro compito e nessuno si è tirato indietro. Anche la protagonista di oggi ha dovuto compiere una scelta coraggiosa, ma andiamo con ordine.
 
Gianna Beretta Molla nasce nel 1922 a Magenta (Milano) dove per lungo tempo resta con la sua famiglia: è circondata da fratelli e sorelle, che lei ama tantissimo e aiuta costantemente. Ancora giovane perde i genitori, durante la Seconda Guerra Mondiale, ma continua a studiare e badare ai fratelli e sorelle. Fin da piccola frequenta la parrocchia e l’Azione Cattolica, facendo l’educatrice delle giovanissime; contemporaneamente inizia il suo percorso di studi, fino a laurearsi in medicina e scegliere di svolgere l’attività di pediatra in un consultorio. Nel 1955 si sposa con Pietro Molla e, da questa unione, nascono tre figli. La sua attività di medico continua, fino al 1962, quando, le viene diagnosticato un tumore benigno all’utero; Gianna è di nuovo incinta e sceglie: ordina al medico che a qualsiasi costo, dovrà salvare la vita del bambino, non la sua. Il 28 aprile 1962, dopo avere partorito una splendida bambina, Gianna muore, a casa, circondata dai familiari.
 
Fin da subito si comprende di essere di fronte a una donna in odore di santità: il processo di beatificazione si conclude nel 1994; quello di santificazione nel 2004: la sua memoria ricorre il 28 aprile. Ricordo molto bene, anche io, la giornata in cui venne proclamata santa da Giovanni Paolo II.
 
Durante la causa di santificazione, vennero trovati alcuni diari di Gianna, in cui erano condensati i suoi pensieri: l’importanza della preghiera, perché senza pregare nulla ci può essere. Diventa un modo per cercare Dio, in qualsiasi situazione; forte è anche la sua devozione a Maria, donna capace di affrontare il grande dolore della Croce. Essere parte dell’Azione Cattolica, significa per Gianna, non essere tiepidi ma testimoni coraggiosi. Ci ricorda quanto sia importante amare il sacrificio e la Croce, che si può portare perché Gesù l’ha portata prima di noi. Essere medico diventa per lei una missione da compiere per aiutare il prossimo.
 
Anche Gianna adesso è annoverata tra i numerosi santi della nostra Azione Cattolica, esempio luminoso da seguire, in cui la Croce viene vissuta, con la preghiera, come momento fondamentale per incontrare il Signore.
 
Barbara Spanedda