La cura del creato come terreno di dialogo interreligioso

Un cambiamento di prospettiva, accettando di “abitare la frontiera”: è questo, secondo Marco Dal Corso, ciò che la Chiesa cattolica è chiamata a fare, per attuare un approccio de-coloniale alla sua missione. Il prof. Dal Corso ha offerto questo e numerosi altri spunti di riflessione il 23 gennaio scorso, commentando la Nota congiunta sulla “Dottrina della scoperta” durante il secondo dei quattro webinar del ciclo La Chiesa e il dialogo interreligioso, dal Vaticano II a oggi, organizzato dall’Azione Cattolica diocesana, in collaborazione con quella di Fogliano, l’Istituto di Studi Ecumenici “S. Bernardino” di Venezia e l’associazione “Città dell’uomo”. Con la consapevolezza che è finito il colonialismo come fenomeno storico, ma non la mentalità coloniale, secondo Dal Corso la Chiesa deve avere il coraggio di denunciare l’idolatria dell’odierna società, che vive nell’illusione di un progresso infinito, lasciando spazio a prospettive differenti sul mondo, per realizzare un’autentica inculturazione del Vangelo. A tal fine, serve un cambio di paradigma, passando dall’inclusivismo di Nostra Aetate a un approccio pluralista, lavorando in vista delle nuove generazioni, perché non possiamo permetterci il loro “analfabetismo religioso”.
 
Il prossimo appuntamento è previsto il 30 gennaio alle 20.45 con il prof. Simone Morandini, che proporrà un incontro dal titolo Il creato come luogo di dialogo: la Laudato si' a confronto con i documenti di altri ambiti religiosi, dialogando con Elisa Battistella. Dopo la laurea in Fisica, Morandini ha conseguito il dottorato in Teologia Ecumenica presso la Pontificia Università “San Tommaso” di Roma. Vicepreside dell'Istituto di Studi Ecumenici “San Bernardino” di Venezia, tiene corsi anche presso la Facoltà Teologica del Triveneto, coordinando il progetto “Etica, Filosofia e Teologia” della Fondazione Lanza, oltre a essere membro del Segretariato Attività Ecumeniche (SAE).
 
Elisa Battistella